Versus obscuri nel l a poesia didascalica grammaticale
dei X I I I sec.
Carla Piccone
1 . Questioni pre l i m i nari
Porte chiuse destinate ad essere aperte da chiavi adatte, verit coperte
ehe aspettano di essere svelate, selve intricate ehe devono essere
attraversate, oscurit ehe aspetta d i essere dissipata. La letteratura
mediolatina si serve di q ueste metafore per esprimere le d i fficolt Iegate
al processo ermeneutico richiesto da testi di non immediata comprensione
e conseguentemente ritenuti obscuri.
Dal nostro punto di vista, lo studio dell’obscuritas presenta una difficolt
metodologica: spesso, per via della loro alterit linguistica e
culturale, aleuni prodotti della letteratura medievale ci risultano d i non
facile i nterpretazione e, pertanto, Ii riteniamo d ifficilmente comprensibili.
ln realt. l’esegesi dei testi risalenti a quel periodo dovrebbe tenere
conto delle cond izioni ehe hanno presieduto alla loro produzione, alla
loro ricezione e a l la loro fruizione in un determinato contesto, in cui un
certo linguaggio e certi codici culturali erano condivisi.
Sulla base di queste premesse, e nostra intenzione in prima battuta
chiarire cosa venga percepito come obscurum nella letteratura mediolatina
bassomedieva le, per poi passare a verificare se I‘ obscuritas sia una
categoria applicabi le alla poesia didascalica. Al fine di gettare luce su
questa questione, prenderemo in esame aleuni brani tratti dal Doctrinale
di Alessandro d i Villadei, dal Grecismus di Eberardo di Bethune e dal
Novus Grecismus d i Corrado di Mure, testi accomunati dal fatto d i essere
stati scritti nella prima met del X I I I sec. e di offrire una trattazione i n
versi della grammatica latina. Sulla base di aleuni brani tratti d a queste
apere, tenteremo di Sta b i l i re se esse siano state percepite a l l ‚epoca della
loro stesura e nei secoli successivi cor1e obscurae e se e come questa
obscuritas, reale o presunta, sia collegata al loro processo di ricezione e
d i fruizione o lo abbia in qualehe modo influenzato.
88 CARLA PICCONE
2. Forme di obscuritas e problematiche connesse
Goffredo di Vinsauf, Poetria nova (vv. 1 074-77 ) : 1
Se fa1 uso, dunque, d i termini stranieri o astrusi, mostri cosa sei i n grado di rare
con le parole e non ti attieni alle regole della retorica. Questo modo di
esprimersi errato rifugga dal l’uso di parole astruse e riprova l’uso di termini
oscuri.
Guglielmo di Conches, Oe philosophia mundi (IV, 59):2
Dal momento ehe Ia grammatica precede ogni altra dottrina, ci siamo proposti
di esporre i suoi principi, poiche, sebbene Prisciano ne parli abbastanza, egli
offre definizioni oseure, non chiarisce le cause, ma non tralascia di trattare i n
alcune parti dell’origine delle diverse parti del diseorso e dei diversi accenti.
Commento aii’Eneide attribuito a Bernardo Silvestre relative ai versi in
cui Ia Sibilla predice ad Enea Ia guerra con T urno (Ad Aen. V I , 98-101 ) : 3
AMBAGES: enigma, poiche promette sia cose prospere ehe avverse o ambages
nel senso di ambiguitä, cioe responsi espress1 facendo uso di al legorie;
ÜBSCURIS: finzioni poetiche; VERA: naseende I a verita con le allegorie. lnfatti
l’i ntelligenza rappresenta massimamente i l divino; dunque l’allegoria
corrisponde al divino, poiche, come dice Macrobio, „il divino e da naseandere
con le immagmi mediate dalle parole.“‚
Gaufridus de Vino Salvo, Poetria nova, vv. 1074-77: Si qua feras igirur peregrina
vel abdita verba, I quid possis ex hoc ostendis iusque loquendi I non attendis. Ab
hac macula se retrahat error I oris et obscuris oppone repagula verbis. I I testo
della Poetria nova e edito, tradotto e commentato da Ernest Gallo, The Poetria
Nova and /es Sources in Early Rhetorical Ooctrine (The Hague: Mouton, 1 971 ) .
Guilelmus de Conchis, Oe philosophia mundi, IV, 59: Quoniam in omni doctrina
grammatica praecedit, de ea dicere proposuimus, quoniam, etsi Priscianus satis
dicat, tarnen obscuras dat definitiones, nec exponit causas, nec inventiones diversarum
partium et diversorum accentuum in unaquaque praetermittit. I I testo del
Oe philosophia mundi e stato recentemente edito e tradotto da Marco Albertazzi,
Guile/mus de Conchis, Philosophia (Lavis: La F inestra, 201 0). Brevi osservazioni
relative al passo discusso in Mortimer J. Donovan, „Priseian and the Obscurity of
the Ancients,“ Speculum 36 (1961): 7 5-80, spec. 7 7 .
Bernardus Silvester, A d Aen. IV, 98-1 0 1 : AMBAGES: quia modo prospera, modo
adversa pollicetur vel ambages quasi ambiguitates, id est responsa integumentis
involuta … OBSCURIS: integumentis VERA: Veritatem per integumenta occultat. /ntelligentia
namque divina precipue docet; divinis ergo precipue integumenta congruunt
quia ut ait Macrobius cuniculis verbarum divina sunt cegenda. Julian Ward Jones.
et al., eds., Commenrum quod dicitur Bernardi Silvestris super sex /ibros Aeneidos
Virgilii (Lincoln: University of Nebraska Press, 1977).
Per un’analisi d i questo passo, Jan M. Ziolkowski, „Theories of Obscurity in the
Latin Tradition.“ Mediaevalia 19 (1996): 101-70. spec. 143-44. Sul concetto di
VERSUS OBSCURI NELLA POESIA DI DASCALICA GRAMMATICALE 89
ln questi testi parole, definizioni priscianee ed al legorie hanno i n
eomune i I fatto d i essere oseure. Ne! primo easo a d essere ritenuta tale e
Ia singola parola e i l fatto di essere rara, d i reeente eonio, d i uso regionale,
di origine straniera o di afferire ad un l i nguaggio teenieo
giustifieano una sua definizione in questo senso.5 L‘ obscuritas puö essere,
inoltre, propria d i frasi e nello specifieo puö riferirsi a l la si ntassi
disordinata di un testo, speeehio della eonfusione di pensiero o di
espressione di ehi scrive. Essa puö, quindi, espliearsi da un lato in una
ineoerente aceumulazione di subordi nate, dall’altro nel la eoneentrazione
in poeo spazio deJJ ‚esposi z ione di molt1 eoneetti. ln questo caso Ia frase
presentera un andamento e l l ittico e risultera earatterizzata da passaggi
implieiti, ehe rendono Ia sua comprensione decisamente eomplessa.
Proprio per questo, questa modalita espressiva viene definita sia i n
epoca antiea ehe medievale obscura brevitas.s
lnfine, obscura sono anehe g l i integumenta, Je immagini ehe eelano i
signifieati piu reeonditi sia delle fabule ehe del l e Saere Seritture, comprensi
b i l i unieamente attraverso uno sforzo ermeneutico. L’idea
dell ‚assenza di Juce, insita nel significato dei termini obscurus ed
obscuritas,l e J ‚ i mmagines ehe esprime, dunque, una non ehiarezza
integumentum in contesto filosofico, teologico e letterario, Frank Bezner, Vela
veritatis. Hermeneutik, Wissen und Sprache in der lntellectual History des 12.
Jahrhunderts (Leiden: Brill, 2005). Per una panoramica sulla diffusione della
metafora del coprire e dello scoprire in relazione all’esegesi di testi pagani e
cristiani in contesto tardoantico, alto e bassomedievale, Henning Brinkmann,
Mittelalterliche Hermeneutik (Da rmstadt: Wissenschaftliche Buchgesellschaft,
1980), 1 70-9 1 .
S u questo aspetto, Ziolkowski, „Theories of Obscurity,“ 1 1 5-1 7.
Sul concetto di brevitas in contesto antico e medievale: Ernst Robert Curtius,
Letteratura europea e Medioeva latino (Firenze: La Nuova ltalia, 2002), 543-51 .
Sull’obscura brevitas, Manfred Fuhrmann, „Obscuritas. Das Problem der Dunkelheit
in der rhetorischen und literarästhetischen Theorie der Antike,“ in Immanente
Asthetik – Asthetische Reflexion. Lyrik als Paradigma der Moderne, ed. Wolfgang
lser (München: Fink, 1966), 4 7-72, spec. 70-72; Päivi Mehtonen, Obscure
Language, Unclear Literature. Theory and Practice from Quintilian ro the Enlightenment
(Helsinki: Academia Scientiarum, 2003), 1 1 2- 1 5 ; Ziolkowski, „Theories
of Obscurity,“ 1 25-27.
Sui significati dell’aggettivo obscurus, Novum glossarium mediae latinitatis, ed.
Franz Blatt et al. (Hafniae: Munksgaard, 1983), 0, 1 2 3-25.
Brevi osservazi o n i a riguardo in Mehtonen, Obscure Language, 70, e Carlo Dona,
„Oscurita ed enigma in Marie de France e Chretien de Troyes,“ in Obscuritas.
Retorica e poetica dell’oscuro, ed. Giosue Lach i n et al. (Trento: Editrice U niversita
90 CARLA PICCONE
espressiva relativa a l l a singola parola, alla singola frase o, ampliando Ia
prospettiva, all’i nterpretazione di un intero testo.9 ln altre parole, il concetto
bassomedievale d i obscuritas sembrerebbe corrispondere ai
concetti moderni di ambiguita e polisemia.10
3. La poesia d i dasca l ica a tema grammaticale del X I I I sec.:
autori e riflessioni teoriche
Al fine di chiarire come i poeti mediolati n i si pongono r ispetto a l concetto
di obscuritas, come si esprimono in merito ad esso e se e osservabile
a l l ‚atto pratico una devianza rispetto ad eventu a l i formulazioni
teoriche, e nostra intenzione I i mitare i l nostro interesse ad u n ristrette
numero di testi e prendere in esame il Doctrinale d i Alessandro di
V i l ladei 1 1 ed i l Grecismus di Eberardo di Bethune,12 testi scritti in area
francese r ispettivamente nel 1 1 99 e nel 1 2 1 2.13 Entrambi nascono dalla
fusione e da l la trasposizione i n esametri di testi preesistenti14 e fordi
Trento: 2004). 1 03-15, spec. 1 0 1 . Cfr. an ehe Ziolkowski, „Theories of Obscurity,“
109.
A riguardo, Ziolkowski, „Theories of Obscurity,“ 1 24-38. 10 Su questo aspetto, Jacqueline Cerquiglini, „Polysemie, ambigune et equivoque
dans Ia theorie et Ia pratique poetiques du Moyen Age franais,“ in L ‚ambiguite.
Cinq etudes historiques, ed. lrene Rosier (Lilie: Presses Universitaires de Lilie,
1988), 167-80, spec. 167.
11 I I testo del Doctrinale, corredato da un’ampia introduzione, e edito da Dietrich
Reichling, Das Doctrinale des Alexander de Villa Dei. Kritisch-exegetische Ausgabe
mit Einleitung, Verzeichniss der Handschriften und Drucke nebst Registern (Berlin:
Hofmann & Camp., 1893). Un’introduzione alla figura di Alessandro di Villadei e
alle sue apere e fornita in Reinhold F. Glei, „Aiexander de Villa Dei, Doctrina/e,“ in
Lateinische Lehrer Europas, ed. Wolfram Ax (Köln: Böhlau, 2005), 290-31 0.
12 L’edizione di riferimento del Grecismus e quella di Johannes Wrobel, Eberhardus
Bethuniensis, Grecismus (Breslau: Koebner, 1887).
13 Sulla datazione del Doctrinale, Reichling, „Einleitung,“ in Das Doctrinale des
Alexander de Villa Dei, XXII I-XXIV, e Glei, „Aiexander de V i l l a Dei, Doctrinale,“ 294.
Su quella del Grecismus, Anne Grondeux, Le Graecismus d’Evrard de Bethune a
14 travers ses glosses (Turnhout: Brepols, 2000), 7. Sebbene oggi non sia possi bile individuare con certezza tutte le apere rielaborate
e confluite nel Doctrinale, e certo ehe il g·ammatico abbia tenuto presente I ‚Ars
maior d i Donato, le Institutiones di Prisciano, materiale piu recente derivato da
queste apere ed un testo di Pietro Riga dedicato all’esame dei preteriti e dei
supini (Doctr., v. 1 6). A riguardo, Reichling, „Einleitung,“ XXX-XXXI. Nel Grecismus
sono stati rielaborati, tra gli altri, g l i scritti grammaticali d i Donato, Prisciano,
VERSUS 08SCUR/NELLA POESIA OIOASCAUeA GRAMMATICALE 91
niseono un’esposizione sistematica del sapere grammatieale, ehe viene
inserita all’interno di una situazione fittizia priva di qualunque indieazione
spaziale o temporale, in cui un maestro parla ad un a l l ievo ehe
aseolta passivamente i suoi insegnamenti. Propria in virtu di questi
tratti, i due testi in questione sono eatalogabili eome poesia didascal iea. 1s
lnoltre, i numerosi eommenti di eui essi sono stati oggetto, l’alto numero
di testimoni ehe ne riportano il testo, le malte edizioni a stampa
d i mostrano il fatto ehe le grammatiehe diseusse hanno goduto di uno
straordinario sueeesso fino al XVI sec.16
Aecanto al Doctrinale e al Grecismus concentreremo Ia nostra attenzione
anehe sul Novus Grecismus di Corrado di Mure,17 Ia cui stesura e
databi le intorno al 1 244.18 Esso nasee da I desiderio d i eontrapporsi a l la
grammatica di E berardo d i Bethune, ritenuta troppo eomplessa e contenente
notizie discutib i l i .19 Di conseguenza, nei primi tre libri del Novus
Grecismus, i n cui trova spazio un’esposizione sistematica della grammatica
latina, eonfluisce molto materiale mutuato dal Grecismus insieme
a eontenuti derivati, tra g l i altri, dalle Institutiones e dal relative commento
di Pietro Elia, dal Donatus metricus di Enrieo di Avranches, dal
Ooctrinale, d a lsidoro di Siviglia e da Uguceione da Pisa.zo Nei suecessivi
sette libri, l’autore passa a trattare di eosmologia, geografia, zoologia,
botaniea, anatomia, etica, arti meccaniche e religione, offrendo cosl una
visione a tutto tondo della realta.21 Propria per Ia pluralita di tematiche
ravvisabili nel Novus Grecismus. esso puö essere ritenute un’opera didascalica
d i carattere enciclopedico, in cui l ‚esposizione del sapere grammaticale
assume un r i l ievo particolare. I I testo e oggetto di commenti
Pietre Elia, lsidere di Siviglia e Marbede di Rennes; su queste aspette, Grendeux,
Le Graecismus, 19-21.
15 Per una definiziene del genere didascalice, Themas Haye, Das lateinische
Lehrgedicht im Mittelalter. Analyse einer Gattung (Leiden: Brill, 1997), 38.
16 A riguarde, Reichlin9, „Einleitung,“ LXXXII I-CX e, in particelare sul teste di
Eberarde. Grendeux. Le Graecismus, 4 1 .
17 I I teste del Novus Grecismus e stato recentemente edite: Alexandru N. Cizek, ed.,
Conradus de Mure, Novus Grecismus (Mun:hen: Fink, 2009). Sulla figura di Corrado,
Cizek, „Einleitung,“ i n Conradus de Mure, Novus Grecismus. XV-XVII.
IB Per una datazione dell’opera, Cizek, „Einleitung,“ XV.
l9 Per un’analisi del prologo del Novus Grecismus. Cizek, „Einleitung,“ XXIX-XXX.
20 Per un’ampia panoramica sui centenuti dei primi tre libri dell’opera di Corrado,
Cizek, „Einleitung: XXXli-LI X.
21 Per un esame del contenute dei libri IV-X del Novus Grecismus e per Ia
definizione del materiale precedente in esso confluito, Cizek, „Einleitung.“ LXLXXIX.
92 CARLA PICCONE
sistematici, ma conosce una diffusione lim itata a l l ‚area tedesca,22 causata
probabilmente dalla Fortuna di cui a meta del X I I I sec. hanno goduto sia i l
Doctrinale ehe i I Grecismus.
I I corpus d i testi ehe ci proponiamo di ana l i zzare risulta, dunque,
composto da apere scritte nell’arco di un e i nquanten n i e e afferenti a l l o
stesso genere letterario, q u e l l o didascalico.
Partende da questi presupposti , rivolgiamo Ia nostra attenzione a l la
G/osa Admirantes al Doctrinale, commento anonimo a l la grammatica d i
Alessandro d i V i l ladei. databile tra I a Fine del XI I I sec. e l ‚ i n izio del X I V e
infl uenzato della logica aristotel ica.23
Esaminiamo, dunque, quanto scrive l’anonimo commentatore nell‘
accessus:24
La forma i n versi ehe queste autore [Aiessando di Vi i ladeil usa, ha i n se piu
vantaggi della prosa ehe usa Prisciano; e queste si d imostra cosi: i versi sono
piu utili per un a facile acquisizione dei contenuti, per una chiara e bella brevita
del l’esposizione e per una memorizzazione piu salda. Non e infatti straordinario:
queste libro riporta in breve cio ehe prima era pro lisso e confuso,
descrive in maniera ordi nata ciO ehe prima era disordinato; riferisce con
chiarezza ciO ehe prima era nebulose; rende facilmente comprensibile ciO ehe
prima parecchi d isperavano di comprendere.
Partende dall’assunto ehe Ia forma in versi permetta una „chiara brevita“
(lucida brevitas), un“‚acquisizione piu facile“ (facilior acceptio) e una
memorizzazione piu salda dei contenuti (memoria firmior), 2S l’anonimo
22 Sulla diffusione dell’opera, Cizek, „Einleitung,“ XC-XCI.
23 Ampie sezion i di questa glossa sono pubbl icate sulla base del teste tradito in Orleans.
Bibliotheque Municipale 252 in Charles Thurot. Notices et extraits de divers
manuscrits /atins pour servir a f’histoire des doctrines grammaticales (Paris,
1 869). Per aleuni cenni su questo commento, finora mai sistematicamente studiato,
Reichling, “ Ei nle itung,“ LXII.
2• I I teste di queste passe deii’Admirantes e edito in Thurot, Notices et extraits, 1 02:
Sermo metricus, quem sequitur actor [Aiexander de Villa Dei] iste, ad plura se habet
quam prosaycus, quem sequitur Priscianus; et hoc ita probatur: sermo metricus utilis
factus est ad faciliorem acceptionem, ad venustam et lucidam brevitatem, et ad
memoriam firmiorem. .. Non est igitur mirum, si legitur liber iste, in qua compendiose
traditur quod erat primitus dispendiosum et confusum, in qua ordinate traditur
quod erat primitus inordinatum, in qua sub luce traditur quod era t primitus
nubilosum, in qua potest capi de facili quoa nonnul/i capere desperabant.
25 Queste concetto e riassunto nei versi „I versi giovano all’animo, comprendono
molti concetti in poco spazio, si ricordano prima e sono grati al lettore“ (Metra
iuvant animos, camprendune plurima paucis, I pristina commemorant et sunt ea
grata legenti) . Essi compaiono i n diversi testi composti nell’ambito della scuola
med ica salernitana ed aprono il cosiddetto Florilegium Treverense, databile al X I V
VERSUSOBSCURI NELLA POESIA DIDASCALICA GRAMMATICALE 93
commentatore riconosce ehe Alessandro d i Vil ladei grazie all’uso del
verso riesce a rendere chiaro e sintetico quanto nella prosa priscianea e
prolisso e confuso. La superiorita del testo del maestro francese rispetto
a quello tardoantico risiede, quindi, non in una innovazione a livello d i
contenuto, m a unicamente nella scelta d i scrivere i n versi.26
Questi aspetti vengono ulteriormente approfonditi nella glossa al v.
1 550 del Ooctrinale, in cui Alessandro sostiene di essersi ri proposto d i
trattare i n versi della quantita sillabica. Forse e proprio questa
d i chiarazione a Spingere l’anonimo commentatore a soffermarsi ancora
sull’util ita della forma i n versi e ad esprimersi come segue:27
26
27
La causa finale e tripartita, perehe questa scienza ha come fine il piacere, Ia
memoria p1ü salda, Ia chiara e bella brevita. Dico „piacere,“ perehe le cose ben
strutturate generano in noi piacere. Dico „memoria piu salda:· infatti nelle
esposizioni in versi viene osservato un orcine e. come sostiene Anstotele, sono
piü facili da ricordare l e cose ehe hanno un ordine. E dico „lucida e bella
brevita:“ infatti il verso non elimina nulla, ma non contiene in se il superfluo.
Queste cause finali possono essere cosl definite: “ i l verso e un discorso in versi,
ehe, procedendo brevemente e per clausole e adornato da una bella unione di
sec. (il teste e edito in Franz Brunh61zl, „Florilegium Treverense,“ Mittel·
lateinisches Jahrbuch 1 [1964]: 65-77 e dem, „Florilegium Treverense,“ Mittel·
lateinisches Jahrbuch 3 [1 966]: 1 29-217), mostrando cosl un evidente carattere
proverbiale {Hans Walther. Proverbia sententiaeque Latinitatis Medii Aevi –
Lateinische Sprichwörter und Sentenzen des Mittelalters in alphabetischer Anordnung
[Göttmgen: Vandenhoeck & Ruprecht, 1964], no. 14823). Osservazioni su
questi versi i n Paul Klopsch, Einfuhrung in die Dichtungslehren des lateinischen
Mittelalters (Darmstadt: Wissenschaftliche Buchgesel lschaft, 1980), 65.
Queste passe della Glosa Admirantes e analizzato in Bernhard Pabst, „Ein Med ienwechsel
in Theorie und Praxis. Die Umstellung von prosaischen auf versifizierte
Schultexte im 1 2. bis 14. Jahrhundert und ihre Problematik,“ in Dichtung als StoffVermittlung.
Formen, Ziele, Wirkungen. Beitrage zur Praxis der Versifikation
lateinischer Texte im Mittelalter, ed. Peter Stotz (Zurich: Chronos, 2008), 1 54, e in
Alexandru Cizek, „Docere et delectare. Zu· Eigenart der versus differentiales im
Novus Grecismus Konrads von Mure,“ in ib1dem, 191-21 2, spec. 193.
Queste passe tratto dalla Glosa Admirantes e edito in Thurot, Notices et extraits,
4 1 7 : Causa finalis trimembris est, quia ista scientia tendit finaliter ad delectationem,
ad memoriam firmiorem, ad lucidam et venustam brevitatem. Ad delectationem
dico, quia in bene or<di>natis delectamur. Ad memoriam firmiorem dico;
nam ordo in sermone metrico observatur, et, ut ait Aristoteles, reminiscibilia sunt
que ordinem habent. Et ad lucidam et venustam brevitatem dico; nam sermo metricus
nichil diminutum, nichil in se continet superfluum. lste cause finales ex descriptione
versus sie possunt e/ici: „Versus est metrica oratio, succincte et clausulatim
progrediens, venusto verbarum matrimonio et sententiarum flosculis picturata,
nichil in se superfluum nichilque continens dlminutum“[Matth. V end., Ars I, 1 ].
94 CARLA PICCONE
parole e dagli ornamenti delle frasi, non contiene in se ne nulla d i superfluo e
non elimina nulla.“2B
lnoltre, Egidio di Corbeil nel suo Oe pulsibus, testo didascalico a tema
medico, Ia cui stesura e collocabile tra X I I e X I I I sec., si sofferma nel
prologo della sua opera su F i lareto, medico bizantino vissuto probabilmente
nel I X sec., e a riguardo scrive:29
Ma F ilareto cercö di condensare Ia confusione dei predetti autori (di testi
medici) in un volume cosi breve, ehe volendo evitare il Cariddi della confusione,
e caduto nella Scilla dell’oscura bre·Jita, ehe come l’oscurita e nemica del
sapere.
Tanto questo brano del Oe pulsibus quanto quello precedentemente
r icordato tratto da i i’Admirantes evidenziano ehe un’esposizione dei contenuti
ne troppo prol issa ne troppo concisa real izza quella brevitas, ehe e
r i tenuta una virtus del l inguaggio poetico; se invece Ia materia trattata e
esposta in maniera concettosa e con modal ita espressive e l l ittiche, a l l ora
Ia brevitas d iventa obscura e, da I momento ehe, come sostiene Egidio di
Corbe i l , l’obscuritas e nemica della dottrina, essa diventa un vitium.
l n contesto didascalico Ia riflessione metapoetica relativa a l l a natura
del versus connette l ‚obscuritas a l la brevitas, concetto a cui, cosl come
avviene nella riflessione classica e mediolatina sull’argomento, viene
attribuita una natura bivalente. Dal m omento ehe Ia poesia didascalica
mira ad offrire una trasmissione sistematica del sapere, una eccessiva
brevitas, portatrice d i obscuritas, dovrebbe essere evitata a favore della
ricerca del gi usto equilibrio tra un’esposizione eccessivamente prolissa
da una troppo concisa.
2B Per una discussione su queste passo, Pabst. „Ein Medienwechsel in Theorie und
Praxis,“ 1 5 3-54. Sul valore estetico del versus in queste passe, rimando al mio
Da/la prosa ai versi. Forme, usi, contesei della versificazione nella poesia didascalica
del XIII sec., Ia cui uscita e prevista nel 2013 per i tipi di Peter Lang. Formulazioni
chiaramente derivate dal brano dei i’Admirantes discusso sono contenute nella
glossa al Grecismus redatta intorno al 1300 da un certo lupiter, identificato in
Giovanni di Clacy, commentatore, altre ehe del teste grammaticale di Eberardo,
anche del Doctrinale e delle Metamorfosi ovidiane. II teste in questione e pubblicato
in Anne Grondeux, ed., Glosa super Graecismum Eberhardi Bethuniensis.
Capitula /-/II: Oe figuris co/oribusque rhetoricis (T urnhout: Brepols, 201 0). 233-
34. Su lupiter e sulle caratteristiche del suo commento, Grondeux, Le Grecismus,
29
401-52.
II seguente passo e riportato in Haye, Das lateinische Lehrgedicht, 82: Philaretus
autem sub tanto brevitatis volumine praedictorum [medicinae auctorum] confusionem
studuit coarctare, qui Charybdim confusionis volens effugere, Iapsus est in
Scyllam obscurae brevitatis, quae obscuritas est inimica doctrinae . .. Per una
riflessione a riguardo, Haye, ivi e Pabst, „Ein Medienwechsel,“ 1 53 e 1 67, n. 10.
VERSUS OBSCURI NELLA POESIA OIOASCALICA GRAMMATICALE 95
4. Esposizione del sapere grammaticale e del lessico
nella poesia didascalica grammaticale
Al fine di chiarire se queste prescrizioni siano state effettivamente
rispettate nei testi didascalici, si anal izzeranno aleuni passi del Doctrinaie
e dei „Grecismi“. Consideriamo ora i vv. 880-83 della grammatiea d i
Alessandro di V i l l adei :3D
·no tramite ·ui di! ·itum eccetto i derivati di cano; in questi n precede ·turn; ·psi
di! ·ptum e ·vi da -turn. -po da -ui, se precede e breve da -iturn; se precede m, -po
da ·pi e -ptum; i restanti in -psi danno -ptum.
Esaminiamo ora i l passo delle Institutiones d i Priseiano dedieato a l l o
stesso tema (Prise. lnst., GL I I , 530, 1 -1 0 e 531 , 1 5-23):31
30
31
II supino si forma dopo aver tolto -u tra le lettere ehe concludono i l preterito in
-ui b1sillabico e dopo aver aggiunto -turn; tuttavia, Ia penultima i! breve, come
posui positum, genui genitum. I eomposti di eano eonservano al supino le Iet·
tere final1 del verbo sempliee [eano); diciamo, infatti, cantum e suecentum, sebbene
1 eomposti di cano mutino a in i, ma nel supino essi mutano nuovamente i
1n e: succino fa succentum, occino occentum; tempsi temptum, eome tutti i verbi
ehe nel preterito hanno -psi. I verbi ehe al preterito hanno l’ultima s1llaba in -vi
Ia mutano 1n ·turn secondo Ia regola precedentemente esposta, eome sivi situm,
stravi stratum, crevi cretum, sprevi spretum.
Ho presente il solo rumpo ehe termina in -po preceduto da m e questo verbo,
eliminando m, mutando o in i e allungando Ia penultima, forma il preterito
Reichling, Das Doctrinale (vv. 880-83): ·no per -ui dat ·itum sine natis a cano;
nam ·tum I n praecedit in his; -psi -ptum dac -vique facit ·tum. I -po dat ·ui, dat –
itum, brevis e si praevenit; m -pi I -ptum remota facit; ·psi cetera -ptum dedere.
Priscianus, institutiones, in „Grammatici Latini,“ ed. Heinrich Keil, vol. 2 (Hi ldesheim:
Olms, 1961), 530, 1 – 1 0 e 531, 1 5-23: Supina in ·ui quidem divisas
terminantium praeteritum subtracta u ec addita ·turn proferuntur, correpta tarnen
paenultima, ut posui positum, genui genitum. A cano tarnen composita primitivi
servant in supino cerminationem; cantum enim et succentum dicimus, quamvis in
ipso verbo a in i convertunr ex eo composita, sed in supino iterum i in e transferunt:
succ1no succentum, occino occentum; terrpsi vero temptum faci sicut omnia in
-psi per praeteritum exeuntia. in -vi vero syllabam desinentia mutant eam in -tum
secundum praedictam regulam, ut sivi situm, stravi stratum, crev1 eretum, sprevi
spretum. … in -po desinens m antecedente unum invenio rumpo, quod subtracta m
et o in i conversa facit praeteritum paenultima producca tarn in simplici quam in
compositis ab eo: rumpo rüpi, abrumpo abrüpi, corrumpo corrüpi. E vero brevem
paenu/timam habentia mutant -o in -ui divisas in praeterito, ut strepo strepui,
obstrepo obstrepui; r vero vel I vel e productarn anre ·po habentia o in -si
convertentia faciunt praeteritum, ut scalpo scalpsi, sculpo sculpsi, carpo earpsi,
n!po repsi, serpo serpsi, sarpo sarpsi.
96 CARlA PICCONE
tanto nel verbo sempliee ehe nei suoi eomposti: rumpo rüpi, abrumpo abrüpi,
corrumpo corrüpi. I verbi ehe hanno eome penultima e breve mutano al preterito
-o in -ui eome strepo strepui, obstrep’J obstrepui. I verbi ehe hanno r, I o e
lunga prima di -po formano il preterito mutando -o in -si, eome scalpo scalpsi,
sculpo sculpsi, carpo carpsi, repo repsi, serpo serpsi, sarpo sarpsi.
La lettura di questi passi priseianei permette di individuare nella formazione
del perfette e del supino d i aleuni verbi appartenenti a l l a terza
eoniugazione l’oggetto d i riflessione nei versi del Doctrinale menzionati.
Sebbene i’argomento trattato dai due grammatiei sia lo stesso,
nel l’esposizione a riguardo eontenuta nel testo mediolatino i molti
esempi menzionati nella grammatiea tardoantiea vengono eompletamente
omessi. I noltre, mentre Priseiano si sofferma sulla formazione del
supino di cano e dei suoi derivati e offre un esame ehiaro delle modalita
in eui i verbi, ehe presentano nel tema del presente i gruppi -rp-, – lp- ed
-ep-, formano il perfette e il supino, Alessandro di V i l l adei si l i mita ad
inserire nei versi menzionati le forme -turn, -ui ed -itum, -psi, -pi e -ptum,
presupponendo ehe i l Iettore sia in grado di deeodifiearle quali marehe
del perfette e del supino; inoltre questi deve essere in grado di eomprendere
ehe il cetera del v. 883 si riferisee ai gruppi -epo, -lpo e -rpo e d i
interpretare i l termine natus del v . 880 eome termine teenieo nel signifieato
di „derivato,“ usato probabi lmente metri causa al posto dei piu abituali
derivatus o derivativus, in quanto costituito da un numero di sillabe
ehe ben si adatta al eontesto prosodieo r n cui il termine inserito.
Alessandro di Villadei sottopone, dunque, il materiale offerto dalle
Institutiones ad un proeesso di riduzione, ehe si espliea nel easo speeifieo
nella soppressione e nella eondensazione di eontenuti,32 eon Ia eonseguenza
ehe le stesse tematiehe presentate in Priseiano vengono esposte
in maniera talmente abbreviata ed ellittica da risu ltare d i ffiei lmente
eomprensibili senza una salda eonoseenza pregressa della grammatica
latina.
Questa tendenza a l l ‚abbreviazione raggiunge Ia sua aeme nei eosiddetti
versus memoriales. Attestati in forma anonima gia in epoca a ltomedievale,
essi raggiungono i l loro momento d i massima d iffusione i n
eoneomitanza eon i l periodo d i maggior fortuna del genere didasealico,
eoineidente eon il X I I see.33 E leneati in raeeolte oppure inglobati in testi
32 Sui proeedimentr di riduzione o di ampliamento seguiti da Alessandro di Villadei,
Eberardo di Bethune e Corrado di Mure nell’elaborazione del materiale preeedente
confluito nei loro testi grammatieali rimando al mio Da/la prosa ai versi.
33 Per una panoramiea sulla diffusione di questo genere di versi, Dorothea Klein,
„Ad memoriam firmiorem. Merkverse in lateinisch-deutscher Lexikographie des
VfRSUS OBSCURI NELLA POESIA DIDASCALICA GRAMMATICALE 97
d idascalici dedicati a i temi p i u disparati,34 essi rappresentano una sorta
di „sapere franco,“ nato e c i rcolante in contesto scolastico, a cui chiunque
avrebbe potuto attingere, facendo propri i loro contenuti.35 In ambito
grammaticale gi Papias neii’XI sec. si serve di questa tipologia di versi,
ma e tra Ia fine del X I I e i l XIV sec. ehe essi risultano essere abbondantemente
utilizzati in Alessandro di Villadei, in Eberardo di Bethune, nel
commento a Prisciano approntato da Pietro Elia, da Giovanni di Garlandia
negli Equivoca, da Giovanni Balbi nel Catholicon, da Ugueeione da
Pisa, nella sezione grammatieale del Novus Grecismus e nello Specutum
grammaticae di Ugo Speehtshart.36
Sebbene eonsapevoli dell’ampia male di versus memoriates presenti
nei testi grammatieali presi in esame,37 e nostra intenzione offrire aleuni
esempi rappresentativi. Pertanto, distingueremo versi eontenenti
l’enumerazione delle eeeezioni ad una eerta regola grammatieale d a
quelli eostruiti eon gruppi d i omonyma, synonima ed equivoca,3B ehe rappresentano
una eategoria speeifiea nell’ambito dei versus memoriates,
definita versus differentiates.39
34
spateren Mittelalters,“ in Oberlieferungsgeschichtliche Editionen und Studien zur
deutschen Literatur des Mittelalters. Kure Ruh zum 75. Geburtstag. ed. Konrad
Kunze et al. (Tubmgen: Niemeyer, 1989), 133-34; eadem, „Zur Praxis des Lateinunterrichts:
Versus memoriales in lateinisch-deutschen Vokabularen des späten
Mittelalters,“ i n Latein und Volkssprache im deutschen Mittelalter 1 100-1500.
Regensburger Colloquium 1988, ed. Nikolaus Henkel et al. (Tubingen: Niemeyer,
1992), 337-50; Haye, Das lateinische Lehrgedicht 258-59; Cizek, „Docere et
delectare, “ 194-95.
I versus memoriales sono ben attestati i n opere a carattere storiografico, medico
ed astronomico. A riguardo, Heribert A. Hilgers, „Versuch über deutsche
Cisiojani,“ in Poesie und Gebrauchsliteratur im deutschen Mittelalter. Würzburger
Colloquium 1978, ed. Volker Honemann et al., (Tubingen: Niemeyer, 1 9 79), 127-
35. Per u n esame relative ai versus memoriales in ambito storiografico, Ludwig
8enkert, ·Der historiegraphische Merkvers.“ diss. Wurzburg, 1 960.
35 A riguardo, Klein, „Zur Praxis.“ 346, e Cizek, „Docere et delectare.“ 194.
36 Sulla diffusione dei versus memoriales tn contesto grammaticale, Vivien Law,
„Why Write a Verse Grammar?“ The Journal of Medieval Latin 9 (1 999): 46-76,
spec. 55-56.
37 Uno studio sistematico sui versus differentiales contenuti nel Novus Grecismus e
stato condotto da Cizek, „Docere et delectare.“
38 Sulla diffusione di questa tematica in contesto grammaticale antico e tardoantico,
Giorgio Brugnol i, Studi sulle differentiae verbarum (Roma: Signoreil i, 1955), 7-20.
39 Sui versus differentiales in contesto didascalico mediolatino, Klein, „Zur Praxis.“
341 -42, e C1zek, • Docere et delectare.“ 1 95.
98 CARLA PICCONE
I . a. Ne I quinto capitolo del suo Doctrinale Alessandro d i V i l ladei sostiene
ehe il perfetto della prima coniugazione si ottiene sostituendo Ia desinenza
-as del presente indicativo con -ui (vv. 698-99) e continua questa
sua spiegazione, scrivendo (v. 700-04):40
Cre. da. da. mi. iu. sto. pli. fri. so. ne. ve. Ia. se. cu. to. lnfatti cubo, crepo, domo,
frico, mico, nexo, plico, sono, seco, tono, veto, terminano in -ui bisillabico; da da
dedit, sto stetit, iuvo da iuvi e Iava lavi.
I I v. 700 appare ad una prima lettura senza dubbio criptico, ma i n realta
i l suo senso e chiarito dai versi i m mediatamente successivi: in esso sono
enumerati quindici verbi ehe fanno eccezione a l le regola precedentemente
esposta e il versus risulta costituito dalla successione delle loro
prime sil labe, ehe sono combinate in un esametro leonino in modo tale
da formare delle parole di senso compiuto (credo, domi, iusto, frisone,
vela, secuto) . Lo stesso verso viene ripetuto con poche variazioni anche
nel Grecismus di Eberardo di Bethune (XXVI, 1 1 9-24).
Passando ora a l l ‚analisi dei versus differentiales, ci l i miteremo
a l l ‚analisi di due esempi;41
I I . a. Nel Doctrinale (vv. 446-4 7) Alessandro di Vil ladei scrive:42
Glis e l’animale, glis e Ia terra dura, glis e il cardo; il primo fa gliris, il secondo
glissis, i I terzo glitis.
Entrambi questi versi sono r i petuti senza alcuna variazione nel Grecismus
(X, 1 68-69), mentre i I v. 446 viene menzionato in questa forma nelle
Magne Derivationes d i Uguccione da Pisa (G 74, 4-7), nella Summa super
Priscianum d i Pietro Elia ( I , 338), nel Catho/icon di Giovanni Balbi (s. v.
glis), nello Speculum grammatice di Ugo Spechtshart43 e vengono
•o Reichling, Das Ooctrinale, vv. 700-04: Cre. do. do. mi. iu. sto. pli. fri. so. ne. ve. Ia.
se. cu. to. I Nam cubo sive crepo, domo, deinde fricoque micoque, I nexo plicoque,
sono, seco, deinde tonoque vetoque I praetereunt in vi divisas; do dedit et sto I dat
stetit, et iuvi iuvo praeterit et lavo lavi.
41 Per un’analisi piu dettagliata a riguardo, rimando a Cizek, „Docere et delectare, “
1 94-206, e al mio Da/la prosa ai versi.
42 Reichling, Das Doctrinale, vv. 446-4 7: Glis animal, glis terra tenax, g l i s lappa vocatur;
I-ris primus, gl issis tenet altera, tertia glitis.
43 Le occorrenze di questo versus sono menzionate in Charles Du Gange, Glossarium
mediae et infimae Latinitatis (Graz: Akademische Druck- und Verlagsanstalt,
1958), IV, 68; Leo Reilly, ed., Petrus Helias, Summa super Priscianum (Toronto:
Pontifical Institute of Medieval Studies, 1 993), I, 338. I I verso in questione e
riportato, inoltre, a l l a pagina 1 61 v del ms. München, BSB, Clm 3566, in cui e tradito
il testo dello Speculum grammaticale di Ugo Spechtshart corredato da
commento.
VERSUS OBSCURI NELLA POESIA D IDASCALICA GRAMMATICALE 99
rielaborati da Corrado di Mure in questi term ini (Novus Grecismus I I ,
594-96):44
Gtis e !’animale, glis e Ia terra dura, glis e il eardo; questo animale, questa terra
dura, questo eardo; quindi il genitivo sara gliris. glissis, glitis.
Questi versi rieorrono, dunque, in maniera presseehe identiea da un
testo grammatieale a l l ‚altro ed evidenziano ehe il sostantivo glis puö
indieare sia i l „ghiro“ s i a Ia „terra eompatta“ ehe il „eardo.“ lnoltre, tanto
nel Doetrinale ehe nei “ Grecismi“ Ia menzione delle forme del genitivo
ehiarisee ehe i tre signifieati preeedentemente enucleati sono da riferire
a tre diversi significanti, glis – gliris, gtis – glissis e glis – glitis; a questa
notazione Corrado di Mure aggiunge anche ragguagli in merito al genere
dei tre termini.4S I I fine dei versus differentiales d i seussi e, dunque, da
ravvisare nella volonta di disti nguere, attraverso Ia menzione dei loro
significati, delle loro forme del genitivo e tramite Ia definizione del loro
genere, term ini ehe risultano omografi unieamente nelle loro forme a l
nominativo e eonseguentemente differiscono n e l sign ificato e n e l l a
declinazione.
l l .b. Corrado di Mure serive (Novus Grecismus I I , 775-78):46
La mola maeina i l grano triturandolo, ma mo/es ti indiea il peso e nei riti saeri
mola e farina mista a sale .. . Mofa e anehe eiö ehe e pesante o viene traseinato
da un asino.
ln questi versi vengono menzionati i diversi signifieati del term ine mo/a,
individuati i n „maeina d i mulino“; „mola,“ i ntesa nel senso d i foeaecia
util izzata nei riti religiosi in epoca romana; „peso.“ Queste e, inoltre, il
significato del termine mo/es. Suecessivamente Corrado scrive (II, 781 ):
Tu molemole mole, tibi namque molit mola male.
Tu maeina eon il peso per Ia mola (intesa nel senso di „foeaeeia“), infatti Ia
maeina di mulino macina per te per il suo peso.47
Nel verso eompaiono, dunque, i termini mo/es e mo/a in tutte le aeeezioni
precedentemente ricordate; ad essi si aggiunge anche Ia forma male,
i m perative del verbo malere. ln questo modo i l verso raechiude i n se
44 Cizek, Novus Grecismus I I , 594-96: Glis animal, glis terra tenax, glis lappa voeatur;
I hic animal, hec terra tenax, hoc lappa vocawr. I Hinc gliris glissis genitivus, erit
quoque glitis.
45 Un’analisi di queste verso e fornito in Cizek, „Docere et delectare,“ 197.
46 Cizek, Novus Grecismus, II, 775-78: Grana terendo molit mola. sed moles tibi
signat I pondus et in sacris mola sit sale mixta farina. I . .. I Quod gravis est aut per
asinum trahitur, mola …
47 Queste verso e oggetto di diseussione in Cizek, „Docere et delectare,“ 202, ehe
perö lo ritiene privo d i senso.
100 CARLA PICCONE
omografi polisemici, omofoni e paronimi, risultando eosl fortemente
allitterante, e mostra al eontempo Ia varieta semantiea del termine mola
e I a sua d i fferenza d i signifieato rispetto a l fonieamente molto simile
mo/es. I I fine del verso e, dunque, quello di raeeogliere nello spazio d i un
esametro termini molto simili a livello fonieo in un eontesto dotato di
signifieato, in modo da rendere evidenti le loro differenze semantiehe.
Come si e visto, i versus differentiales si caratterizzano per il fatto d i
essere eostituiti d a omonyma e paronomasie, risultando cosl rieehi d i figure
di suono. ln aleuni easi, eome avviene nell’ultimo esempio d iseusso,
Ia maggiere intensifieazione di questo tratto e Ia presenza i n essi d i
omofoni e omografi genera spesso dei veri e propri indovine l l i , ehe non
sono mai di immediata eomprensione.4B Proprio in virtu di queste earatteristiehe
essi sono rappresentativi di quel gusto per Ia poesia ingegnosa
ed artifieiale, ehe Curtius definisee „manierismo formale“ e ehe ritiene un
fenomeno sovratemporale dello spirito 49
L’analisi preeedentemente eondotta sul passo del Doctrinale relative
alla formazione del perfetto e del supino di aleuni verbi di terza eoniugazione
ha evidenziato il fatto ehe nel testo di Alessandro l’esposizione del
sapere grammatieale si snoda attraverso passaggi eoneettuali implieiti,
eon I a eonseguenza ehe esso risulta estremamente eoneiso ed e l l ittieo.
lnoltre, l’esame dei versus memoriales e differentiales ha mostrate eome
essi eoneentrino nello spazio di un verso l’enuneiazione delle eeeezioni
ad una eerta regola o mirino a distinguere termini fonieamente molto
s i m i l i , ma d ivergenti a livello semantico. Propria Ia presenza in essi d i
omographa, omonyma e d equivoca fa s l ehe questa tipologia d i versi sia
spesso assimilabile agli indovinell i, per definitionem di non sempre faeile
interpretazione.
Sulla base di queste osservazioni, saremmo portati a ritenere ehe le
modalita espressive ravvisab i l i nelle grammatiehe d i seusse eoineidano
eon quelle proprie dell’obscura brevitas, eosl eome essa e deseritta nella
•s Di carattere introduttivo sulle forme dell‘ ndovinello nella letteratura tardoantica
e mediolatina il contributo di Giovanni Polara, „Aenigmata,“ in Lo spazio
letterario del Medioeva 1 . II Medioeva Latmo, vol. I: La produzione del testo, vol. II.
ed. Guglielmo Cavallo et al. (Roma: Salerno, 1993), 197-216; cfr. anche Monica
Longobardi, „Ah! Che rebus,“ lta/iano e olrre 13 (1998): 1 5 5-63, spec. 1 55-59.
49 Accanto al „manierismo formale“ Curtius individua anche un manierismo ehe si
esplica a livello di contenuto. Esempi di „manierismi formali“ nella poesia antica,
tardoantica e medievale in Curtius, Letteratura europea, 313-17; sui „manierismi
contenutistici,“ ibidem, 305-13; sulla definizione di „manierismo,“ ibidem, 303-
04.
VERSUS OBSCURI NELLA POESIA DIDASCPLICA GRAMMATICPLE 1 0 1
Glosa Admirantes a l Doctrinale e n e l prologo del Oe pulsibus d i Egidio d i
Corbeil; s e cosl fosse, l’esposizione del sapere grammaticale riportata nel
Doctrinale e nei “ Grecismi“ sarebbe caratterizzata da obscuritas sia a
livello lessicale ehe si ntattico.
5. Versus obscuri o presunti tal i?
Al fine di chiarire se questa nostra i potesi possa essere confermata o
smentita, ci sembra opportune ampl iare Ia nostra prospettiva e soffermarci
su altri testi didasca lici a tema grammaticale di poco successivi a
que l l i presi in esame.
Ad un paio di decenni di d istanza dalla stesura del Doctrinale,
Giovanni di Garlandia scrive I‘ Ars lectoria Ecc/esie, dedicata a l l ‚esposizione
delle regale della prosodia latina.so I I testo e tradito in nove
manoscritti ed alcune delle glosse riportate nel testimone piu antico
(Bruges, Stadsbibliotheek. 546)51 si caratterizzano per l’uso della prima
persona singolare, si soffermano abbondantemente sui passi piu controversi
dell’opera, evidenziano una notevole familiarita con le sue fonti e
presentano rimandi interni a l testo, mostrando cosl un’ottima conoscenza
dello stesso52; sulla base di questi elementi si e ritenuto ehe Giovanni
di Garlandia stesso abbia glossato Ia sua Ars. 53
Successivamente, nel 1 346, Ugo Spechtshart scrive Ia Forma discendi,
in cui propone un modello d i lezione d i latino di livello elementare. Nella
chi usa della sua opera l’autore dichi ara: „Quando Ugo scriveva questo
trattato, aggiunse da un l ibro diverso glosse rosa e con le proprie mani
scrisse questa opera.“54 in questi versi, dunque, l’ammissione da parte
50 L’editio princeps del testo e offerta in Eisa Marguin-Hamon, L ‚Ars lectoria ecclesie
de Jean de Gar lande. Une grammaire versifiee du XIII• siecle et ses gloses (Turnhout:
Brepols, 2003). La composizione dell’opera e collocabile intorno al 1 225. Su
questo aspetto, ibidem. 77-78.
51 Per una descrizione dei testimoni ehe ne nportano il testo, Marguin-Hamon,
lntroduction L ;4rs Jectoria ecc/esie, 1 3-49; sulla sua tradizione manoscritta,
ibidem, 52-60.
52 Sulla glossa al testo, ibidem, 67-94, spec. 86-96.
53 Osservazioni in merito in Bernhard Pabst, „Text und Paratext als Sinneinheit?
Lehrhafte Dichtungen des Mittelalters und ihre Glossierung.“ Wolfram-Studien 1 9
(2006): 1 1 7-45, spec. 1 25-26.
5• Hugo tractatum quando dictavera t istum, I adiunxit glosas vario de codice rosas I
et propriis librum manibus conscripserat istum. II testo menzionato e edito in
Adolf Oiehl, „Speculum grammaticae und Forma discendi des Hugo Spechtshart
1 0 2 CARLA PICCONE
del poeta didascalico d i aver aggi unto glosae rosae al testo da l u i composto
permette di ritenere con certezza ehe egli alluda a l la pratica dell‘
autoglossa .ss
lnfine, tra i l 1 404 e i l 1 405 Godofredo di Utrecht scrive nell ‚area d i
Lovanio i l Gramaticale,56 testo i n esametri leonini tradito u n i camente i n
tre manoscritti e dedicato a morfologia e si ntassi latine57 L’opera si apre
con questi vers i ( vv. 1 -4) ;SB
Mi preparo a scrivere per giovani studenti il Grammaticale, non criticando, ma
nominando i miei maestri, ehe nessun intelletto infantile e in grade ne di
imparare a memoria ne d i ricordare, qualora essi vengano compresi.
La glossa ad essi riporta:s9
Nota anche ehe queste l ibro e molto utile per i giovani ehe devono accostarsi
alle Studio della grammatica, poiche comprende molte cose e in uno stile molto
facile; cosl e indubbiamente molto piü utile di Alessandro, ehe in numerosi
passi e molto difficile per i giovani.
Godofredo si propone, dunque, di non criticare le autorita grammatica l i
del suo tempo, m a d i trasporre i contenuti delle loro opere in una forma
p i u accessibile a l l“‚intelletto infantile.“ t: poi Ia glossa a chiarire ehe i l
Gramaticale grazie a l suo „stile semplice“ e certamente p i u adatto per g l i
von Reutlingen,“ Mitteilungen der Gesellschaft für deutsche Erziehung und
Schulgeschichte20 ( 1 9 1 0) : 1-26, spec. 26
55 Osservazioni a riguardo in Haye, Das lateinische Lehrgedicht, 369-70 e Pabst,
„Text und Paratext,“ 1 26-27.
56 I I teste del Grammarieale e edito da Christian Klinger, ed., Godefridi de Traiecto
Gramaticale. Untersuchung und kritische Ausgabe (Rati ngen: Henn, 1 97 3).
5 7 I I teste e tradito in un manoscritto di Basi lea (Basel, UB, F. IV. 48) e in due testimoni
monacensi (München, BSB, Clm 19867 e Clm 1 4 1 33), databili tra Ia meta e
Ia Fine del XV sec. Per una dettagliata descrizione dei tre testimoni, Klinger,
Einleitung zu Godefridi de Traiecto Gramaticale, 1 1 3-36. Sulla Figura e sulle opere
di Godofredo da Utrecht, ibidem, 1 4-24; per una panoramica introduttiva al
contenute del Gramaticale, ibidem, 44-46.
58 Klinger, ed., Godefridi de Traiecto (vv. 1-4): „Scribere clericulis paro Gramaticale
novellis, I non reprobando meos sed declarando magistros, I quos infanti lis
nequit intellectulus omnis I mentetenus capere nec adeptos quit retinere.“
L’incipit dell’opera contiene un evidente richiamo a quelle del Doctrinale (v. 1 :
Scribere clericulis paro Doctrinale novellis). Sull’avverbio mentetenus Peter Stotz,
Handbuch der lateinischen Sprache des Mittelalters, Bd. 2 (München: Beck, 2000),
VI, 1 00, 4 con relativa bibliografia sull’argomento.
59 “ … ltem nota, quod iste liber multum utilis est iuvenibus in gramatica introducendis,
quoniam multa comprehendit et sub valde facili stilo, et ideo indubie multum
utilior est Alexandro, qui in multis passibus est valde difficilis pro iuvenibus.“ I I
suo teste e tradito i n Basilea, UB, F. I V. 49 e München, BSB, Clm 19867 ed e ricostruito
in Kli nger, ed., Grammaticale, 255.
VERSUS OBSCURI NELLA POESIA DIDASCALICA GRAMMATICALE 1 0 3
studenti del Doctrinale, ritenuto complesso. t, quindi, s u l l a base d i
queste premesse ehe i l materiale contenute nella grammatica d e l maestro
franeese viene abbreviato, semplifieato, sistematizzato, eorretto e
rifuso in un n uovo testo, i l Gramaticale, appunto, ehe nasee programmatieamente
eome una versione semplificata dell’opera di Alessandro.so
L’esistenza d i grammatiche i n versi in parte glossate dai loro stessi
autori e d i riseritture delle stesse seevre da qual unque intento polemieo,
ma dettate dalla neeessita di renderle aeeessi b i l i , dimostra ehe questa
tipologia di testi, intesa nel la loro essenza di successione di versi, e pereepita
dagli stessi poeti d i dasea liei diffici/is, obscura e, dunque, di non
faeile eomprensione e fruizione.S1
Tanto Alessandro di V i l ladei quanto g l i autori dei “ Grecismt menzionano
nei prologhi e chiamano in causa „maestri“ e „al lievi,“ ehe rappresentano
il gruppo soeiologieamente ben definito, a eui i grammatiei
oggetto di esame si rivolgono.S2 l noltre essi stessi sono stati insegnanti
di seuola63 e, pertanto, le loro opere sono scritti di maestri composti per
a l l i evi e altri maestri, ehe naseono e trovano conseguentemente i l loro
naturale eontesto di fruizione in ambito seolastieo,64 in eui per questa
tipologia d i opere e prevista una ricezione mnemonica.65 Nelle loro
composizioni i poeti didasealiei anal izzati rielaborano in versi una
pluralita di i potesti, sottoponendoli, eome si e visto, ad un proeesso d i
soppressione e eondensazione,66 a l fine d i poter fornire a l loro Lettore
Modello,67 identifieabile, dunque, nei pueri, una sorta di summa relativa
ad un dato sapere in una forma, quella in versi, pereepita quale garante
di brevita di esposizione e di faei l e memorizzazione. Tuttavia, l’autoglossa
approntata da aleuni poeti didasea liei alle proprie opere
di mostrerebbe ehe essi stessi riconoseessero ehe tanto l’esposizione del
60 Sugli interventi apportati da Godofredo a teste di Alessandro, Kl inger, „Einleitung,“
44-62.
61 Su queste aspetto, Haye, Das lateinische Lehrgedicht, 369.
62 A riguardo, Haye, Das lateinische Lehrgedich 1 1 9.
63 Per alcune notizie biografiche relative ad Alessandro di Vil ladei, Reichling, Einleitung,
XXI-XXIV e Glei, „Aiexander de Villa Dei,“ 293-94. Per Ia biografia di
Eberardo di Bethune, cfr. Grondeux, Le Grecismus, 7, e per quella di Corrado di
Mure, Cizek, „Ei nleitung,“ xv-xvii.
6‘ Su queste aspetto, Haye, Das lateinische Lehrgedicht, 1 1 3.
65 A riguardo ri mando al mio Da/la prosa ai versi.
66 Sull’originalita della poesia didascalica, Haye, Das lateinische Lehrgedicht, 77-81;
cfr. anche Pabst. „Ein Medienwechsel,“ 163.
67 Sul concetto di Lettore Modelle, Umberto Eco, Leetor in fabula. La cooperazione
interpretativa nei testi narrativi (Milane: Bompiani, 2002), 50-56.
104 CARlA PICCONE
sapere grammaticale per le sue formulazioni ell ittiche quanto i versus
memoriales per Ia loro ambiguita, seppur usati a l fine d i facilitare Ia loro
memorizzazione, generassero obscuritas. D’altro canto, come suggerisce
il prologo del Doctrinale (vv. 7-1 0),68 gli stessi autori didascalici sono
consapevoli ehe i loro scritti sarebbero stati oggetto di Jectio,ss di spiegazione
orale da parte del magister, ehe avrebbe sciolto formulazioni ellittiche
e versus memoria/es, dissipando conseguentemente Ia loro obscuritas.
Nel loro processo d i ricezione e, quindi, Ia compenetrazione tra testo
scritto e spiegazione orale e, dunque, tra scrittura e oral iU1,1o ehe
permette di colmare durante Ia lezione quelle “ Leerstellen in Text, d i e
bewusst z u didaktischen Zwecken gelassen wurden,“71 trasformando
cosl l ‚obscuritas propria di questo genere d i apere in luciditas e permettendo
cosl una loro consapevole memorizzazione da parte dei pueriJ2
I I poeta didascalico attinge, dunque, alle conoscenze inerenti al tema
trattato nella sua opera, fa uso delle convenzioni del genere didascalico
ed e a conoscenza del fatto ehe il suo scritto sia destinato a d essere
recepito mnemonicamente nelle scuole. Di conseguenza, si serve
scientemente di modalita espressive ehe da un lato avrebbero dovuto
fae i l itare Ia memorizzazione della sua opera, ma ehe d a l l ‚altro risultano
obscurae; egli sa perö ehe Ia loro obscuritas sarebbe stata dissipata nel
eorso della loro spiegazione orale a lezione. t, dunque, grazie a queste
66 Per un’analisi di queste passo, rimando al mio Da/la prosa ai versi.
69 Sulle modalit11 di ricezione di questi testi, Pabst, „Ein Medienwechsel,“ 1 62 e il
mio Da/la prosa ai versi.
70 La questione e stata indagata in relazione alla poesia didascalica da Klaus
Grubmüller. „Mündlichkeit, Schriftlichkeit und Unterricht. Zur Erforschung ihrer
Interferenzen in der Literatur des Mittelalters,“ Der Deutschunterricht Beiträge
zu seiner Praxis und wissenschaftlichen Grundlegung 1 (1989): 41 -54, spec. 48-
5 1 . Rimando, inoltre, ad Haye, Das lateinische Lehrgedicht, 1 3 1 ; Pabst, „Ein
Medienwechsel,“ 161 -62, ed infine al mio Da/la prosa ai versi. Su oralit11 e
scrittura i n epoca medievale, baster11 in questa sede menzionare Paul Zumthor,
La Ietcera e Ia voce. Sulla „letteratura“ medieva/e (Bologna: II Mulino, 1 990);
Dennis H. Green, „Über Mündlichkeit und Schriftlichkeit in der deutschen
Literatur des Mittelalters. Drei Rezeptionsweisen und 1hre Erfassung,“ in
Philologie als Kulturwissenschaft Festschrift fur Kar/ Stackmann zum 65.
Geburtstag, ed. Ludger Grenzmann et al (Göttingen: Vandenhoeck & Ruprecht,
198 7), 1 -20.
71 Pabst, „Ein Medienwechsel,“ 1 6 1 .
72 Sulla ricezione mnemonica di questa tipologia di opere, rimando al m i o Da/la
prosa ai versi.
VERSUS OBSCURINELLA POESIA D I DASeAUeA GRAMMATICALE 1 05
eonoscenze, a questa eneiclopedia,73 ehe i I poeta didaseal ico e in grado d i
muovere un sapere precostituito, quale quello grammaticale, i n funzione
del l ‚esigenza di memorizzazione dello stesso da parte del proprio Lettore
Modelle.
I noltre, il fatto ehe da un lato il genere didascalieo e, nello speeifico, i I
Doctrinale e i l Grecismus,14 abbiano goduto nei seeoli del Basso Med ioeva
di uno straord inario suecesso e Ia constatazione, d a l l ‚altro, della searsa
fortuna di versioni sem p l i ficate di questa tipologia di testi, quale il Gramatica/
e d i Godofredo d i Utreeht,75 dimostrano, dunque, ehe le strategie
messe in atto dai vari poeti didasealiei nella eomposizione delle loro
apere rieseono a d andare incontro eon suceesso alle esigenze del loro
pubblico, ehe eonseguentemente ne saneisee i l sueeesso.
A d i stanza d i poehi anni dalla loro stesura, sia Ia grammatiea di Alessandro
di Villadei ehe quella di Eberardo di Bethune diventano oggetto d i
interesse d i Giovanni d i Garlandia, ehe correda entrambe con brevi notazioni
marginali, oggi rintraeeiabili in diversi manoseritti .76 I successivi
approeci intenzional ista e modista alla grammatica, ampiamente d i ffusi
73 Sul concetto di enciclopedia, Eco, Leetor in fabula, 1 1 -26, e, per alcune riflessioni
a riguardo, Maria Pia Pozzato, Semiotica del testo. Metodi, autori, esempi (Roma:
Carocci, 2002), 1 1 8-19.
74 I I Doctrinale e tradito in circa 400 manoscritti, e stato abbondantemente
commentato e fino al XV sec., e stato abbondamente stampato e ha fornito materiale
per paradie e centoni. II testo del Grecismus ci e restituito da 255 testimoni
databili tra X I I I e XV sec. ed e corredato da commento. II Novus Grecismus, invece,
riportato i n quatttordici testimoni, conosce una tradizione unicamente regionale.
Per un eieneo dei testimoni del Ooctrinale e del Grecismus, Geoffrey L. Bursi iiHall,
A Census o f Medieval Latin Grammatical Manuscripts (Stuttgart e Bad
Cannstatt: Frommann-Holzboog, 1981 ). Sulle edizioni a stampa della grammatica
di Alessandro di Villadei, Reichling, „E inleitung,“ clxxi-ccxc. Sulla tradizione
manoscritta del Novus Grecismus, Cizek. “ Einleitung,“ Ixxii-xe.
75 II testo e tradito unicamente in tre testimoni (Basel, UB F. I V. 49; München, BSB,
Clm 19867 e Clm 1 4 1 33), prodotti nel sud dell’area germanica e databili tra i I
1 45 5 e il 1 4 70. Sui manoscritti menzionati, cfr. Klinger, „Einleitung,“ 1 1 3; 122-
23; 1 29-30.
i6 II punto sullo stato della ricerca a riguardo e fornito da Marguin-Hamon,
„lntroduction,“ 65, ehe offre, inoltre, un eieneo dei manoscritti del Doctrinale in
cui e rintracciabile il commento al testo di G iovanni di Garlandia. Sul commento
di queste autore al Grecismus, Anne Grondeux, „La tradition manuscrite des
commentai res au Grecismus d’Evrard de Bethune,“ in Manuscripts and Tradition
of Grammatical Texts from Antiquity to the Renaissance. Proceedings of a Conference
held at Erice, 76-23 Ocrober 1997, ed. Mario De Nonno et al. (Cassino:
Edizioni deii’Universita di Cassino, 2000), 5 1 6-20.
1 0 6 CARLA PICCONE
i n contesto accademico tra X I I I e XIV sec., influenzano anche Ia Gtosa
Admirantes al Doctrinale77 e le d iverse tradizioni di commento a l Grecismus18;
inoltre, l’accumulazione dei suoi diversi stadi porta ad un
progressive accrescimento del suo volume nei singol i testimoni, fatto ehe
rende ben conto della sua nature fluida e multiforme 79
Nella prima meta del XV sec. anche i l Novus Grecismus e stato oggetto
d i un paio d i commenti sistematici al testo e d i un commento per loci
selectiSO; essi sono stati finora ignorati dalla critica ed aspettano ancora
d i essere editi ed adeguatamente studiati.
Al fine di chiarire i rapporti esistenti tra testo in versi e commento,
concentriamo Ia nostra attenzione su un incunabolo pubblicato a Reutl
i ngen nel 1 490,81 in cui e ri portato il testo grammaticale di Alessandro
di V i l ladei corredato dalla G/osa Notabilis, approntata nel 1 488 dal
teologo d i Colonia Gerhard von Zutphen.82 I versi 880-83 del Doctrinale
precedentemente esam inati presentano delle glosse interlineari ehe
permettono di identificare come tali le desinenze del perfetto e del
supino in esso inglobate; una glossa marginale si sofferma, inoltre, sul
significato dei verbi menzionati nei versi oggetto di commento. lnoltre, a
proposito del versus memorialis riportato a I v. 700 (cre. da. da. mi. iu. sto.
pli. fri. so. ne. ve. Ia. se. cu. to.) gia discusso, l’incunabolo riporta una g l ossa
interli neare, in cui si menzionano nella loro i nterezza i verbi abbreviati
nel verso in questione e un’ampia glossa marginale, in cui vengono
passati in rassegna sia i loro significati sia i loro paradi g m i .
Le g l osse a l Grecismus, i n parte oggi leggi b i l i nel l ‚edizione approntata
da Anne Grondeux, offrono del concetto di euphonia (Ad Grec. I I , 7-8), a
cui Eberardo dedica solamente due versi ( I I , 7-8),83 un dettagl iato esame
77 Per le caratteristiche della G/osa Admirantes e sulla sua diffusione in ambito
tedesco, Reichling, „Einleitung,“ lxiv-lxv.
78 Sui commenti al Grecismus, fondamentale risulta essere Ia monografia di Grondeux,
Le Grecismus, ed eadem, „La tradition manuscrite.“
79 Su queste fenomeno, Pabst, „Ein Medienwechsel,“ 1 62-63; Grondeux, lntroduction,
Glosa super Graecismus Eberhardi Bethuniensis. Capitula 1-111: De figuris
co/oribusque rhetoricis (T urnhout: Brepols, 201 O), xi-xi ii.
80 Sui commenti al Novus Grecismus, Cizek, „Einleitung,“ lxxxii-lxxxiii e lxxxvilxxxvii.
81 II testo della Glosa Notabilis consultato e quello riportato insieme al Doctrinale
nell’incunabolo pubblicato a Reutli ngen intorno al 1 490 dal tipografo Michael
Greytt (GW 1053), oggi conservato a Monaco (München, BSB, lnk. A-2 7 1 ) .
82 P e r le caratteristiche della Glosa Notabilis e sulla sua diffusione in ambito
tedesco, Reichling, „Einleitung,“ lxiv-lxv.
83 Grondeux, Glosa super Graecismus.
VERSUSOBSCURI NELLA POESIA OIDASCALICA GRAMMATICALE 107
e c h iariscono a l contempo anche gli esempi chiamati in causa dal
maestro francese B4 Esse presentano, poi, una obiectio relativa a l fatto se
Ia nozione presa in esame sia da annoverare tra i vitia o tra le virtutes del
d iscorso e viene offerta Ia relativa solutio, le cui argomentazioni si
appoggiano ad Alessandro di Vi lladei, Aristotele e Tommaso d’Aquino,
concordemente con i I procedimento proprio della quaestio scolastica.
L’ana lisi condotta sul commento ad aleuni passi del Doctrinale e del
Grecismus ha evidenziato ehe le glosse interlineari offrono Ia chiave per
i nterpretare espressioni ell ittiche contenute nel testo o permettono d i
comprendere i l senso dei versus memoriales, configurandosi cosl come l o
strumento i n grado d i dissipare l’obscuritas insita i n queste genere d i
formulazioni; nelle glosse marginali, invece, vengono affrontate tematiche
di tipo lessicale o di stampo filosofico, i cui spunti sono offerti dal
testo in versi .ss
G l osse e commenti ovviano, dunque, con le loro spiegazioni a l l ‚ obscuritas
lessicale e sintattica connaturata alla poesia didascalica intesa come
susseguirsi di versi e, conseguentemente, testo e relative glosse, percepiti
nella loro unitarieta, sviluppano un rapporto simbiotico evidente
anche nella tradizione manoscritta, in cui i due elementi sono spesso
trad iti insieme.B6
6. Conclusioni
l n epoca bassomedievale il concetto di obscuritas sembrerebbe riferirsi
sulla base dei testi esaminati a singoli termini d i fficilmente inte l l i g i b i l i
per Ia loro rarita, per Ia loro origine straniera o per i I loro recente conio;
a frasi costruite in maniera troppo complessa o troppo concettosa; a l l e
possibili i nterpretazioni d i un testo. Pertanto, questa nozione trova
84 I versi del Grecismus dedicati all’euphonia (II, 7-8: ma sia per te l’eufonia una parola
sonoramente bella, come se si dieesse Tytides e meridies; ast euphonia sit tibi
dictio pulchra sonora, I ut si dicatur „Tytides meridiesque“) sono commentati in
questi termin i (303-05): L’eufonia si ha quando una lettera viene mutata i n
un’altra per avere un suono migliore, come quando s i dice meridies a l poste di
medidies e Tytides per Tydides (Euphonia est quando littera in litteram mutatur
causa pulehre sonoritatis, ut cum dicitur ‚meridies“ pro „medidies, “ “Tytides “ pro
„Tydides‘).
85 A riguardo, Pabst, „Ein Medienwechsel,“ 1 62-64.
86 Osservazioni a riguardo in Haye, Das lateinische Lehrgedicht, 369-70.
108 CARLA PICCONE
applicazione in ambito lessicale, sintattico e semantico e risulterebbe
essere sovrapponibile a i moderni concetti di polisemia ed ambiguita.
Nel X I I I sec. Ia riflessione metapoetica relativa a l genere didascalico
associa l’obscuritas a l l ‚eccessiva brevitas nell’esposizione dei contenuti
ed e proprio da essa ehe il poeta didascalico dovrebbe fuggire, optando
per Ia lucida brevitas, ritenuta una caratteristica propria del versus
insieme alla firmior memoria e alla faci/ior acceptio.
L’analisi condotta sulle grammatiche dei due maestri francesi e sulla
sezione grammaticale del Novus Grecismus dovrebbe aver evidenziato
ehe le loro formulazioni presentano spesso passaggi logici impl iciti ed
espressioni spesso ambigue ed incomprensibi l i in assenza di conoscenze
pregresse. Questo stato di cose sembra, dunque, rea l i zzare quell’obscura
brevitas chiamata in causa nelle riflessioni metapoetiche sulla forma del
genere d i dascalico. La forma estrema di questa brevita nell ‚espressione
si realizza nell’ampio uso ravvisabile nelle grammatiche esaminate dei
cosiddetti versus memoriales e versus differentiales, in cui in forme criptiche
sono elencate le eccezioni ad una regola grammaticale precedentemente
esposta o mirano a distinguere il significato di omonyma ed
equivoca, obscura sia a livello lessicale ehe sintattico.
L’autoglossa condotta sui propri testi da parte di autori di opere
grammaticali coeve a quelle esaminate e l’esistenza di una versione sempl
ificata del Doctrinale approntata da Godofredo di Utrecht lasciano supporre
ehe questa tipologia di scritti, intesa come un susseguirsi di versi,
fasse percepita come obscura da successivi fruitori e da i loro stessi autori,
il cui fine era quello di raccogliere in un unico scritto il sapere su un
dato a rgomento sparso in piu ipotesti in una forma condensata e facile
da memorizzare, fatto garantito dal loro punto di vista dall’uso del verso.
Considerando ehe questa tipologia di apere trova ricezione in contesto
scolastico, i loro autori fanno uso d i queste modalita espressive per fornire
al loro Lettore Modello, i pueri, un testo piu facile da imparare a
memoria, prevedendo perö ehe i passaggi piu complessi dei loro scritti
sarebbero stati oggetto di lectio da parte del magister. Pertanto, l’unita
testo inteso come alternanza di versi: spiegazione orale va a dissipare
l’obscuritas ad essi connaturata, rendendoli cosl accessibili nei loro contenuti
e, dunque, piu facili da memorizzare.
lnfine, tanto il Doctrinale ehe i “ Grecismi,“ come molti altri testi didascalici,
sono stati nel corso degli anni abbondantemente oggetto di
commenti, ehe non solo contengono gli elementi in grado d i chiarire i
passi piu ambigui, ma aggiungono a quello contenute nel testo in versi
anche altro materiale, ehe spesso deriva dagli ipotesti della stessa
VERSUS OBSCURI NELLA POESIA DIDASCALICA GRAMMATICALE 109
grammatica in versi e ehe rispecchia Ia speculazione grammaticale coeva
influenzata dalla fi losofia aristotel ica. Pertanto, anche l’unita testo-commento
riesce a dissi pare l’obscuritas insita in queste genere di opere.
La straordinaria fortuna d i cui hanno goduto a lmeno fino all’inizio del
XVI sec. il Ooctrinale e il Grecismus e il fatto ehe tanto questi scritti
quanto quelle di Corrado di Mure siano stati abbondantemente commentati
permettono di trarre due ordini di conclusioni: in prima battuta l e
opere esaminate, cosl come Ia produzione d i dascalica coeva i n generale,
sono state effettivamente percepite come obscurae secondo i parametri
della riflessione metapoetica sul genere didascalico e nella percezione
dei loro stessi autori. ln secondo luogo va sottolineato come esse
acquistino in luciditas nel loro processo di fruizione e ricezione. Dunque,
il genere didascal ico con il suo l inguaggio, con le sue modalita espressive
e di ricezione, per noi oggi estremamente stranianti, ma ben diffusi e
condivisi in contesto scolastico nei secoli del Basso Medioevo, e riuscito
ad andare i ncontro a l l e esigenze del suo pubbl ico, ehe ne ha conseguentemente
sancito Ia straordinaria fortuna.
Obscurity in Medieval Texts
MEDIUM AEVUM QUOTIDIANUM
SONDERBAND XXX
Obscurity in Medieval Texts
edited by
Lucie Dolezalova, Jeff Rider,
and Alessandro Zironi
Krems 2013
Reviewed by
Tamas Visi
and Myriam White-Le Goff
Cover designed by Petr Dolezal with the use of a photo of the interior of
the Church of the Holy Sepulchre in Jerusalem (photo Lucie Dolezalova)
GEDRUCKT MIT UNTERSTÜTZUNG
DER
CHARLES UNIVERSITY RESEARCH DEVELOPMENT PROGRAMS
„UNIVERSITY CENTRE FOR THE STUDY OF ÄNCIENT AND MEDIEVAL
INTELLECTUAL TRADITIONS“
UND
„PHENOMENOLOGY AND SEMIOTICS“ (PRVOUK 1 8)
80TH AT THE FACULTY O F HUMANITIES, CHARLES UNIVERSITY IN PRAGUE
UNDDER
CZECH SCIENCE FOUNDATION
WITHIN THE RESEARCH PROJECT
„INTERPRETING AND APPROPRIATING ÜBSCURITY
IN MEDIEVAL MANUSCRIPT CULTURE“
(GACR P405/1 0/Pl 1 2)
A l l e Rechte vorbehalten
-ISBN 978-3-901094-32-13‘.3
Herausgeber: Medium Aevum Quotidianum. Gesellschaft zur Erforschung der materiellen
Kultur des Mittelalters. Körnermarkt 1 3. 3500 Krems, Österreich. Fur den
Inhalt verantwortlich zeichnet die Autorin, ohne deren ausdruckliehe Zustimmung
jeglicher Nachdruck, auch in Auszügen, nicht gestattet ist. Druck: KOPITU Ges. m. b.
.• iedner Hauptstraße 8-10, 1 050 Wien, Österreich.
,s \i !.Ut ‚o ,… ….
Acknowledgements
List of Figures
T able of Contents
Textual Obscurity in the Middle Ages (lntroduction)
Lucie Dole2alov. Jeff Rider. and Alessandro Zironi
„Ciarifications“ of Obscurity:
Conditions for Proclus’s Allegorical Reading of Plato’s Parmenides 1 5
Florin George Cäl ian
Lucifica nigris tune nuntio regna figuris. Po!!tique textuelle de I‘ obscuritas
dans I es recueils d‘!!nigmes latines du Haut moyen Age (V He-V I I I • s.) 3 2
Christiane Veyrard-Cosme
The Enigmatic Style in Twelfth-Century French Literature 49
Jeff Rider
Mise en abyme in Marie de France’s „Laüstic“ 63
Susan Small
Perturbations of the Soul: Alexander of Ashby and Aegidius of Paris an
Understanding Biblical Obscuritas 75
Greti Dinkova-Bruun
Versus obscuri nella poesia didascalica grammatocale del X I I I sec. 87
Carla Piccone
Disclosing Secrets: Vorgil on Middle High German Poems 1 1 0
Alessandro Zironi
Obscuritas tegum: Traditional Law. Learned Jurisprudence, and Territorial
Legislation (The Example of Sachsenspiegel and fus Municipale Maideburgense) 124
Hiram Kümper
Ta Be Born (Aga in) from God:
Scriptural Obscurity as a Theological Way Out for Cornelius Agrippa 1 45
Noel Putnik
Obscuritas in Medoeval and Humanist Translation Theories 157
R!!ka Forrai
The Darkness Within:
First-person Speakers and the Unrepresentable 1 72
Päivi M. Mehtonen
Contributors 1 90
Index nominum 1 94
Index rerum 197
Acknowledgements
This volume grew out of a conference held in Prague in October 6-8. 201 1 .
The conference and the book were supported by a post-doctoral research
grant from the Grant Agency of the Czech Republic, “ l nterpreting and
Appropriating Obscurity i n Medieval Manuscript Culture“ no. P405/1 0/
P1 1 2 undertaken at the Faculty of Arts at the Charles University in Prague,
by The Ministry of Education, Youth and Sports through l nstitutional
Support for Longterm Development of Research Organizations to the
Faculty of Humanities of the same university (PRVOUK 1 8 and UNCE
204002), and by the European Research Council under the European
Community’s Seventh Framewerk Programme ( FPJ/2007-2013) I ERC
grant agreement No. 263672. We are much grateful to these i nstitutions.
Further thanks goes to the individual contributors to this volume who have
been very quick and patient during the process, as weil as to Petr Dolezal
for the cover design and Adela Novakova for the index.
List of Figures
Figure 1 : Scene from one of the Saxon Mirror’s codices picturati (Wolfenbuttel, HerzogAugust-
Bibliothek, Cod. Guelf. 3.1 . Aug. 2°, fol. 34r).
Figure 2: Index for a manuscript of the Richtsteig Landrecht (Göttweig, Sti ftsbibliothek,
Cod. 364rot, fol. 526r).
Figure 3: Printed text of a Saxon Mirror with Gloss (Christi an Zobel, Leipzig, 1 569).
Figure 4: A remissorium from a Saxon Mirror edited tn 1536 by Chistoph Zobel (Leipzig).
Figure 5: Editorial report for a Saxon Mirror pri nted in 1545 by Nikolaus Wolrab
(Leipzig).
Figure 6: Sebastian Stelbagius, Epitome sive summa universae doctrinae iusticiae legalis
(Bautzen, 1 564 ).
Figures 7 and 8: Melchior Kling, Das Gantze Sechsisch Landrecht mit Text und Gloß in eine
richtige Ordnung gebracht (Leipzig 1 572).