II nutrimento del pregiudizio.
Codici alimentari riferiti agli abitanti della Finlandia e del Settentrione neUe fonti occidentali
LUIGI DE ANNA
In un recente lavoro abbiamo avuto occasione di oceuparei dell’immagine degli abitanti della Finlandia nella cultura antieo-medievale. Aleuni dei problemi ehe potevano essere esaminati per de nire in maniera completa la „qualita“ di tale immagine sono dovuti neeessariamente rimanere al margine della trat tazione. In questa sede vorremmo riprenderne e approfondirne uno, quello re lativo all’interpretazione da darsi riferimenti eontenuti nelle fonti oeeident i riguardanti le abitudini alimentari.
In realta l’osservazione nelle fonti scritte dei codiei alimentari ci e utile non tanto per de nire una storia della gastronomia nlandese, dato ehe tali men zioni, oltre ad essere troppo scarse di numero, eostituiseono una testimonianza poeo a dabile sul piano doeumentario, quanto per conoseere piu a fondo uno degli elementi di de nizione eulturale eui si rieorse in Oecidente per formare l’immagine dell’uo o del Settentrione in generale. Tale i magine e natural mente funzionale agli interessi ehe l’Oeeidente rappresenta e difende in eampo religioso, politieo ed eeonomico, ma e anehe espressione di una eredita eulturale ehe ha le proprie radiei nel pensiero greeo-latino oltre ehe in quello eristiano.
Sotto molti aspetti dunque il Finlandese, eome lo Seandinavo, Russo e ehiunque altro nel Nord non si uniformi alle norme in base alle quali e orga nizzata la „koine“ eristiano-oeeidentale, e una alterita. Lo e sotto il pro lo soeiale (non ha veri e propri re, ne una struttura statale organizzata), eeo nomieo (raeeoglie i beni naturali senza produrre), religioso (e pagano) e per no estetieo (si veste di pelli), e lo e in ne sotto quello alimentare. Poiehe, eome ben sappia o, nel edioevo l’attenzione prestata alla valenza simboliea del eibo era eostante, ne deriva ehe la deserizione del eomportamento alimentare dei Nordiei in generale aveva agli oeehi dell‘ osservatore oeeidentale un signifi eato piu profondo, ehe si a ermava in b e appunto al tipo di eibo usato, o al modo di proeurarselo.
primo, importante, riferimento letterario sul eonto dei Finni ehe in eontriamo nella letteratura e eontenuto nella „Germania“ di Tacito (I sec.
29
d. C.). Senza entrare in merito alla „vexata quaestio“ della loro reale iden tita (l’opinione oggi prevalente e ehe si tratti dei Lapponi e non dei Proto Finni) dobbiamo notare eome una delle prineipali earatterizzazioni attribuite loro dallo storieo romano sia quella della „feritas“. Una delle manifestazioni di tale attribuzione e ehe hanno „vietui herba, vestitui pelles, eubile humus“. Sono in sostanza un popolo di raeeoglitori e di eaeciatori („venatus viros pariter ae feminas alit“)1• La loro „feritas“ eonsiste proprio nel non far parte di una eivilta agrieola di tipo romano, ma neppure di quella a eeonomia mista agrieolo pastorale dei vieini seandinavi e germani. La diversita rispetto agli altri popoli deseritti nella „Germania“ e dunque sottolineata da un riferimento, per tro generieo, tipo di alimentazione, oltre, naturalmente, dalle altre earatteristi ehe attribuite loro, tra le quali, ulteriore rimando all’attivita venatoria, spicea quella di essere vestiti di pelli. I Fenni sono dunque in tutto e per tutto diversi dai „eivili“ Romani, anehe perehe „beatius arbitrantur quam ingemere agris, illaborare domibus, suas alienasque fortunas spe metuque versare“. La eivilta contadina, base e eardine delle virtu dell’antieo Romano ehe appunto Taeito lamenta essere seomparse, non si e dunque estesa all’estremo Nord.
Questo pero non era vero. L’agricoltura era infatti giunta anche in Fin landia, a in epoea preromana, eome ei e confermato dalla moderna indagine paleoeeolo ea e archeologica. Nel sudovest del paese si coltivavano i eereali e si integrava l’eeonomia eon i proventi della pastorizia, oltre ehe della eaecia. Sotto questo pro lo dunque le earatteristiche dei „Fenni“ vanno indubbiamente attribuite ai Lapponi, ehe inveee restarono fedeli a un modello di eeonomia di raceoglitori e di eaeciatori, solo in un seeondo tempo integrata dall’allevamento della renna. In realta (ma il nome di „Fenni“ passo presto a indieare gli abi tanti di ceppo finnieo, eomportando l’attribuzione ai Finni delle earatteristiehe proprie Lapponi) i Finlandesi erano legati economieamente a un modello di societa agrieola ehe non si allontanava di molto da quello eomune al resto dell’Europa altomedievale. Magari avevano minori problemi nel trovare nuovi spazi di eoltura, dato ehe debbio poteva essere praticato in territori piu este si, generalmente pianeggianti e non abitati da altri ehe non fossero i Lapponi, peraltro poco numerosi e restü a resitere eon la forza all’espansione dei vieini. Le condizioni alimentari non di erivano sostanzialmente da quelle in cui ver sava eontadino in altre parti d’Europa, e comuni erano le preoceupazioni delle earestie, eome quelle di integrare la propria dieta proteica con earne di selvag na e pesce, due prodotti a portata di mano in un paese ricco di foreste e di acque eome la Finlandia. particolare la pesca, in eonseguenza della
1 Seguiamo l’edizione della „Germania“ contenuta : Libri qui supersunt, ed. E. Koester mann, Lipsiae, 1964, cap. 46.
30
mescolanza di acqua dolce e acqua marina, o riva in Finlandia ottime prospet tive di s uttamento. Vi si pescavano merluzzi, sgombri, anguille, lucci, oltre alla (dieteticamente) preziosa aringa, e anehe l’altrettanto prezioso (economica mente) salmone, il quale veniva anche esportato per la delizia dei ceti abbienti d’Europa; si calcola infatti ehe attorno alla meta del XVI secolo la Finlan a ri cavasse circa 112.000 kg di salmone all’anno. Della sua commercializzazione se ne oceupavano tra gli altri i veseovi di Turku, quali venivano versate le deci me in natura. I pesei del nord Europa quindi, a ragione, godevano in Europa di buona reputazione, speeialmente i salmoni e gli storioni, eome rieordava Dieuil (VIII seeolo), basandosi su Solino, a proposito del Don, „in quo pisees egregü saporis et quibus ossa nulla sunt nee aliud quam cartilagines tenerrimae“2•
Tornando alla Finlandia, dobbiamo tenere presente ehe una parte del ter ritorio restava escluso dalla eolonizzazione, si trattava delle regioni del nord, dell’area lacustre a est e dei territori eoperti di foreste al eentro, ma in ogni caso le eondizioni generali non eorrispondevano eompletamente a quanto a ermato in alcune fonti a proposito non solo della Finlandia ma anche della Norvegia e della Svezia, descritte eome paesi sterili e quindi poveri di derrate.
Questo aspetto dell’osservazione economieo-antropologiea e ehiaro in Al Idrisi, un geografo arabo della eorte palermitana di Ruggero II, ehe attorno alla meta del XII seeolo riporto i primi, doeumentati riferimenti al paese di Suomi. Idrisi, ehe gia aveva rilevato la scarsita delle risorse eeonomiche della Norvegia, eausata dal clima inclemente, scrive a proposito della Finlandia sudoccidentale ehe „in tale regione il territorio resta soggetto al nomadismo e la miseria ne eolpisee la popolazione dato ehe le derrate alimentari vi si trovano in misura inferiore a quella neeessaria al sostentamento“. Trattando del paese di „Tavast“ {la regione di Häme) aveva precisato ehe „il gelo e la pioggia non abbandonano gli abitanti in un batter d’ocehio“3•
n tema della sterilita del suolo 0 delle avversita atmosferiche ehe eolpiscono territorio non va sottovalutato, infatti, ma la eosa eomunque non riguardava se non indirettamente i Finlandesi, una delle piu radieate teorie riguardo motivi ehe spinsero i popoli seandinavi a emigrare e proprio quella relativa alle neeessita di trovare altrove cio ehe la propria patria non o riva. Per tale motivo, avevano seritto gli storici medievali, Longobardi, Goti, e piu tardi i Vi chinghi, avevano dovuto abbandonare la propria terra portando la distruzione nell’Europa latina. Seppur non direttamente, queste teorie erano utto della paura ehe a partire dal IV seeolo si manifesta in Oceidente in relazione
2 Dicuili Liber de mensura Orbis Terrae, ed. G. Parthey, Berolini, 1870, VII, 52.
3 Seguiamo la traduzione ancese del testo arabo secondo l’interpretazione di Tuulio (Tall gren), 0. J., Du nouveau sur Idrisi. Sections VII, 3; VII, 4; VII, 5. Edition critique, Helsinki, 1936, 17-19.
31
popoll invasori seaturiti da un Nord (ma in realta si trattava di un Nord-Est) maleonoseiuto e per tale motivo soggetto a qualsiasi distorsione di interpre tazione eulturale. La paura ehe suseitarono in Oeeidente gll invasori nordorien t i aveva peraltro motivo di esistere, dato ehe questi popoll erano realmente „aggressivi“, in quanto volti alla rieerea di un inserimento nell’ambito della soeieta greeo-latina. Sotto questo pro lo sembrano distinguersi pero proprio i popoll de niti eome “ nnici“, ehe nelle fonti sono piuttosto earatterizzati eome „miti“ e quindi alieni dalle pratiehe guerresehe ehe eontraddistinguono i vieini germani, seandinavi e slavi.
E‘ sempre Taeito a rilevare, a proposito degll Estoni, parenti llnguistiei dei Finni, ehe eostoro sono dediti piu all’agrieoltura ehe alla guerra, per la quale del resto non dispongono neppure di strumenti molto e eaei, dato ehe usano armi di legno e non di metallo, eioe, aggiungiamo, attrezzi frutto piuttosto di un’eeonomia agrieola ehe della teenologia belliea4 • Dei „Fenni “ , rieordiamolo, lo stesso Tacito aveva detto ehe non possedevano armi nel senso vero e proprio del termine, e si servivano soltanto degll strumenti venatori. Agll oeehi della eultura latina, aveva rilevato Edwin Linkomies, questo riferimento taeitiano doveva eonfermare quanto da essa fermamente ereduto, e eioe ehe l’uomo il quale vive allo stato di natura, esercita n eon onti del proprio simile una minore eariea aggressiva ed e, di eonseguenza, „mite“ 5 • Cio, sempre seeondo gli autori latini, era eonseguenza appunto del tipo di dieta vegetariana, alla quale si eontrapponeva quella basata sulla earne, portatriee inveee di aggres sivita soeiale. Taeito, pur avendo menzionato l’attivita venatoria dei „Fenni“, aveva in realta voluto eogllere proprio questo aspetto non bellieoso del popolo, in eontrasto con i vicini germani e seandinavi. Cio ei viene eonfermato dal passo dedieato agli Estoni, dove, subito dopo la menzione alle armi in legno, si diee: “ umenta eeterosque fructus patientins quam pro sollta Germanorum inertia laborant“. La fama di mitezza attribuita Finni era stata del resto riconfermata nel VI secolo da Jordanes, ehe aveva menzionato i „Finni mitis simi, Seandzae cultoribus omnibus mitiores“, a loro volta eontrapposti agll altri Scandinavi, „aere ho inum genus et at bella prumptissimum“6• Che qui Jor danes non intenda trattare piu dei Lapponi ei e eonfermato non soltanto dalla menzione di questi sotto la nuova eterodenominazione di „Seriti nni“, ma an ehe dal fatto ehe egll puo distinguerll proprio in base al loro regime alimentare,
4 ri!erimento agli Estoni e contenuto nel cap. 45 della „Germania“.
5 studio di Edwin Linkomies era stato in un primo tempo pubblicato sotto nome di Edwin F , Suom aisten ensim inen maininta histori sa. In: Aika, Helsin , 1921, 246 e segg. e sara ripubblicato, con alcune varianti, : Keisari Augustus ja Rooman perintö, Helsin , 1946.
6 Iordanis Getica, ed. T . Mommsen, MGH, AA, V,1, Berolini, 1961, III, 23.
32
i secondi infatti „frumentorum non queritant victum, sed carnibus ferarum atque ovis avium vivunt“. Come ci ha ricordato M simo Montanari nei suoi studi, l’uomo di cultura greco-latina considerava manifestazione di civilta nutrirsi dei prodotti tipici dell’agricoltura (pane, olio, vino), mentre riteneva „barbaro“ servirsi di carne, specialmente se di animali selvatici. E‘ pero vero ehe Jordanes e portatore anche di eredita culturali gotiche, e ehe quindi risente di un’educazione ehe vedeva, al contrario, la positivita della dieta basata sulla carne. Queste due diverse tradizioni in campo alimentare nell’alto medioevo con uivano in realta in una nuova cultura dell’alimentazione ehe riassumeva ambedue le concezioni in campo gastronomico, e cioe quella greco-latina, ehe esaltava l’uso dei cerali, e quella celtico-germanica ehe invece propendeva per regime basato sulla carne.
Mentre i Finlandesi del sud del paese potevano ricorrere ai prodotti dell‘ agricoltura, gli abitanti dei „deserti verdi“ del nord, cioe soprattutto i Lap poni, ma anche quei nuclei di cacciatori e mercanti quali erano i Biarmi, I Bircarli e gli Kveni, tutti di origine nnica, dovevano basarsi sulla caccia. Agli occhi di Adamo da Brema (XI sec.), questa e una delle principali caratteristi che degli „Scriti nni“, infatti : „In eisdem montanis agrestium ferarum tanta est multitudo, ut plurima pars regionis ex solis vivant silvaticis“7• In realta l’abbondanza di selvaggina, e quindi di carne, viene considerata essere carat teristica di tutti i paesi scandinavi, infatti, secondo poeta Fazio degli Uberti (XIV sec.), in Norvegia:
„Assai v’e pesce, selvaggina e belve onde han la vita lor, ehe da la terra biada, olio e vin non si divelve.“8
Quiil poeta toscano riesce a sintetizzare le due diverse concezioni alimentari ehe si contrappongono, o si amalgamano, secondo i periodi e le societa, nel medio evo. Da una parte si collocano i consumatori di proteine animali (i Nordici) e dall’altra quelli di proteine vegetali (i Mediterranei).
Per di piu agli abitanti dell’Europa nordorientale veniva imputato di non cuocereleproprievivande. E’infattibennotaladescrizioneeheAmmianoMar cellino ha lasciato degli Unni nella seconda meta del IV secolo: „ita victu sunt asperi, ut neque igni neque saporatis indigeant cibis, sed radicibus herbarum agrestium et semicruda cuiusvis pecoris carne vescantur…“9• Come sappiamo,
7 Adami Gesta Hamm burgensis Ecclesiae Pont cum, ed. G. H. Pertz, MGH, SS. germ., H nnoverae, 1846, IV, 31.
8 Fazio degli Uberti, II Dittamondo, ed. G. Corsi, Bari, 1952, IV, 12, vv.13-15.
9 Ammi nusMarcellinus, Res Gestae, ed. J. C. Rolfe, London-Cambridge, M s., 19522, III; XXXI, 2, 1-5.
33
il non euoeere le vivande nel medioevo era segno di ineivilta, sia in base a un eodiee di eomportamento greeo-latino (i cereali vanno lavorati) sia in base a quello eristiano ehe riteneva il pane la simbolizzazione della earne di Cristo, ehe appunto veniva assunta non eruda.
Siamo tornati nuovamente al eoneetto di „eivilta“, in base quale si de niseenelmedioevoanehelanormagastronomiea. Pureonsiderandoidiversi eomportamenti dovuti alle di erenti origini e alle diverse eondizioni ambientali, e indubbio ehe una delle diseriminanti adottate dalla eultura medievale di ma triee latino-eristiana nei eonfronti del „diverso“ sia appunto quella della norma alimentare.
Attorno alla meta del V I I seeolo 1’Anonimo Ravennate aveva seritto a proposito degli „Seriti nni“ ehe essi, sia uomini ehe donne, si nutrono di eae eiagione. Non so ermeremo sul riferimento al „ta viri quamque mulieres“, ehe pure ha Ia sua importanza, in quanto indieava al lettore ehe la eaeeia non era attivita ludiea o sostitutiva della guerra, eome nella societa tomedievale di matriee germ ca, ma puramente funzionale al nutrimento, ma piuttosto presteremo attenzione al p so seguente: „cibo vel vino ignari existentes in omnibus dicuntur“10, nel quale e evidente Ia limitazione ehe il geografo pone alla civilta „g tronomiea“ dei Lapponi. L’Anonimo Ravennate in realta rap presenta il punto eon uenza di una tradizione etnogra ea risalente al V I se eolo. Proeopio infatti troviamo ehe i Lapponi „non bevono vino ne rieavano cunehe di commestibile dalla terra, ehe non eoltivano, … e si nutrono esclusi vamente della earne bestie selvatiche“11• Procopio, aneor piu dell’Anonimo
Ravennate, era cronologieamente vicino alla tradizione greeo-latina cui faee vamo riferimento in precedenza, mentre gia ad un’altra soeieta apparteneva Paolo Diaeono, secondo eui (sempre i Lapponi) „crudis agrestium animantium e nibus vescuntur“12, e si potrebbe aneora eontinuare ricordando Adamo da Brema („c e ferarum pro cibo … uuntur“) e l’autore della „Historia Norwe „, ehe aveva menzionato i F , i qu i „earnibus semicrudis vescuntur“13. monaco ehe, probabilmente nel XII secolo, aveva scritto la eronaea, aveva cert ente int o ribadire la diversita di questa popolazione pagana rispetto „buon“ popolo dei Norvegesi, da non molto conquistato eristianesimo, introducendo l’�notazione relativa al modo di preparare i cibi presso i Finni ( i Lap ni, dato ehe e di essi ehe in realta si parla).
10 Ravennatia Anonymi Cosmographia, edd. M. Pinder-G. Parthey, Berolini, 1860, IV, 12. 11 Procopio, edisione 0. Veh, Gotenkriege, Mün en, 1966, II, 15.
12 Pauli I toria Langobardorum, ed. G. W tz, MGH, SS germ., Hannoverae, 1878, I, 5. 1S H toria Norwe , Monument& Hiatorica Nor gi , . G. Storm, Oslo, 1973, 82. La tuione Ad o da Brema � tratta dallo Scolio 132, unito G ta.
34
Un tro uomo di Chiesa, Bartolomeo Anglieo (prima meta del XIII seeolo), aveva ugualmente deseritto la baltiea Samland, aneh’essa da poeo aequisita al eristianesimo oeeidentale, eome „terra fertilis gleba et ugum ferax“ e aveva eosi spiegato nome dell’Estonia („Vironia“): „a virore sie dicta, eo quod sit graminosa et paseuosa“ 14• Etimologia fantasiosa eerto, ma ehe aneora una volta legava eoneetto di eivilta eristiana, nella quale l’Estonia era stata ob bligata a entrare, alla rieehezza di messi e di eereali. E‘ dunque soprattutto la eronachistiea di impronta eeclesiastiea a far risaltare questa diseriminante tra mondo eivile e mondo „barbaro“, ehe si basa anehe, ma ovviamente non soltanto, su una valutazione dei eodici alimentari. Segno di civilta, seeondo la mentalita medievale, non era pero soltanto produrre eereali, ma anehe disporre in generale di eibi in abbondanza. Mentre la prima valutazione va limitata all’ambiente eeclesiastieo, la seeonda deve essere aseritta a quello della soeieta laiea, ehe risentiva sia di una eredita di tipo germanieo ehe del naturale desiderio di avere una larga disponibilita di alimenti. I Germani e i loro diseendenti erano stati eaeeiatori, avevano anzi fatto della eaeeia una emulazione del rito guerriero, e eelebravano il rito eon banehetti in eui cibo e bevande venivano eonsumati in grande quantita. Per di piu una dieta rieea e sostanziosa era indispensabile al guerriero, mentre per il religioso rappresentava, all’opposto, una tentazione diaboliea. Cio spiega l’attenzione prestata nelle fonti medievali in generale al eonsumo o alla maneanza di earne presso le varie soeieta.
Aneora una volta due diversi atteggiamenti si ri ettono nelle fonti ehe trattano del Settentrione, ehe sembrano pero privilegiare l’impostazione dei religiosi piuttosto ehe quella dei diseendenti dei eaeciatori. In breve, la pratica della eaecia non e per questi eronisti una virtu, anzi e una, ulteriore, dimostra zione di „primitivita“.
Nel 1518 aneeseo Da Collo, ambaseiatore dell’imperatore Massimiliano I, seriveva nella parte della sua Relazione dedieata alla Russia a proposito degli abitanti della Carelia e della Finlandia settentrionale: „non sanno arare, ne seminare, ne sanno quello ehe sii pane, vivono di earne di ere prese nella eaecia …“15• Nell’intero brano le reminiseenze tacitiane sono evidenti, ma cio non toglie ehe al di 1 dell’immagine oramai di maniera dei „Fenni“, si rive un atteggiamento mentale ehe ria erma l’importanza dei eodici alimentari mediterranei in eontrasto eon quelli „nordiei“. Negli stessi termini aveva fatto
14 In mancanza di un’edizione moderna dobbiamo ricorrere a Bartholomaeus Anglicus De genuinis rerum coelestium, terrestrium et inferarum proprietatibus libri XVIII … Procurante G.B. Pontano, Francofurti 1601, XV, 134; per i riferimenti all’Estonia v. XV, 126 e 171.
15 attamento di pace tra Re Sigismondo I Polonia, e Gran Basilio Sovrano Moscovia avuto dai Signori ancesco da Collo … e Antonio dei Conti …, Padova, 1603, 98.
35
riferimento agli abitanti della Carelia e del nord della Russia europea il polacco Mathias de Miechow nel 1519, tanto da farci ritenere ehe ci si trovi di onte a un „topos“ etnogra co di origine classica, rispolverato dai letterati per scopi politici ehe assolvevano al desiderio di mettere in cattiva luce il dominio dello zar, questo „parvenu“ della politica internazionale della prima meta del Cin quecento. Cosi infatti scrive il medico e storico polacco: „In queste regioni non arano, non seminano, non hanno ne pane ne danari; mangiano delle salvaticine,
delle quali ne hanno gran copia, e beono solo acqua“16•
Quando valutiamo questi ese pi tratti dal non abbondante materiale docu mentario riguardante la Finlandia dobbiamo natural ente tenere presente ehe vi vengono descritti non i Finlandesi di Varsinais-Suomi o della fascia costiera cristianizzata nel corso del XII secolo, dove sorgevano chiese in pietra e si trovavano altre testimonianze di una apprezzabile acculturazione, ma di aree marginali, dove le condizioni di vita, anche materiali, erano ben diverse da quelle ehe si incontravano nel resto della Finlandia svedese, il cui confine era stato tracciato, in alcune aree pero si trattava solo un’indicazione nominale, con la pace di Pähkinäsaari del 1323.
Ritornando al testo di Miechow, dobbiamo sottolineare l’accenno al fatto ehe queste popolazioni non conoscono altra bevanda ehe non sia l’acqua. Se lo storico polacco avesse ragionato in base al codice religioso imperante nel medio evo avrebbe dovuto mettere in evidenza proprio la origeratezza dei Careliani e dei loro vicini, ma evidente eute non sa resistere al richia o ehe proveniva dall’eredita cl sico-mediterranea, ehe avevafatto del vino la bevanda dell’uomo „nobile“edellabirrao deglialtriderivatidallafermentazionecerealicolaquella del „barbaro“. Del resto nella lingua si erano n dall’epoca greca ben adattate espressioni del tipo „fare una bevuta scitica“ e nel tardo medioevo in Italia en tra in uso il „bere come un Tedesco“. Qui non si trattava soltanto di ironizzare sull’ubriachezza, piu o meno olesta, dei Nordici, ma soprattutto di marcarne la diversita sul piano del consumo alcolico. La birra infatti, e ce lo dimostra nel Seicento Francesco Redi nella sua esaltazione del vino, il celebre „Bacco in Toscana“, era bevanda rozza e pri itiva, anzi, sempre secondo Redi, era proprio la bevanda dei Lapponi, oltre ehe degli Svedesi e degli altri Nordici.
Non vorre mo pero qui deviare verso una materia, quella relativa all’uso degli alcolici, su cui sarebbe olto da aggiungere e preferiamo limitarci ad al tri tipi di bevande. Innanzitutto dobbiamo prendere in considerazione ehe nella vastissima area ehe andava dalle steppe russe alla Finlandia, si era sviluppata la „civilta“ del latte e dei suoi derivati, ehe pero verra notata, per quanto riguarda
16 Riportiamo la versione italiana del testo pubblicata dal Ramusio nella sua famosa colle zione di viaggi: Ramusio, G. B., Navigazioni e viaggi, vol. IV, Torino, 1983, 680. Si tratta del cap. 2 della seconda parte del Trattato delle due Sarmazie.
36
la Finlandia, soltanto nelle Relazioni di viaggio seritte nel XVIII seeolo. In ogni e o i riferimenti al eonsumo di latte e lattieini ehe ineontriamo nelle fonti a proposito di altre popolazioni settentrionali ci riportano, eome nel easo degli Seozzesi deseritti da Bartolomeo Anglieo, a una civilta dell’allevamento ehe, monaeo inglese ei tiene a preeisarlo, di erisee da quella agrieola produttriee di pane.
Esiste pero un’altra bevanda ehe, a giudizio dei eronisti medievali, e larga mente usata d popoll settentrionali. Si tratta del sangue. lnutile dire ehe la menzione di questo alimento viene usata aneora una volta in senso diserimina torio. eanonieo Bremense, deserivendo i Prussiani, in parte aneora pagani, aveva rilevato ehe eostoro, oltre a mangiare la earne degli animali da tiro (pra tiea alimentare severamente eondannata nella soeieta agrieola oeeidentale) e a us e il latte, ne bevevano il sangue. Di per se questa a ermazione non doveva sembrare partieolarmente seonvolgente per il lettore (alimenti a base di sangue sono eomuni a tutte le eulture eontadine), ma rimando all’opposizione al eristianesimo dei Prussiani eontenuto nello stesso passo e un ehiaro segno del desiderio di sottolineare la diversita degli stessi Prussiani anehe sotto il pro o alimentare. Che i1 rieorso al sangue potesse rappresentare un non indi erente apporto vitaminieo per le popolazioni della tundra o delle steppe, non puo essere preso in eonsiderazione dai nostri autori, percio in partieolare i popoll della faseia artica e subartiea verranno guardati eon sospetto proprio per tale abitudine, ehe si rieollegava a quella del eonsumo della earne eruda o semi eruda. Non e neeessario allargare diseorso al problema della nascita delle eterodenominazioni (le etimologie di „esehimese“, „algonkino“, „samoiedo“ ri portano a una sprezzante definizione del tipo „mangiatore earne eruda“, anche umana), ma e comunque neeessario fare riferimento a un‘ tra, piu in quietante, eonnotazione dei bevitori di sangue, quella della crudelta. Chi si nutre di una tale bevanda infatti non puo non essere aggressivo e bellieoso, e eio una eivilta eome era quella medievale, aneora rieea di sostrati pagani e di rituali aneestrali, lo sapeva bene. La fama di crudelta, per quanto eoneerne i Nordiei, sembra riguardare in modo partieolare i Viehinghi. A ragione del resto, eonsiderando la minaeeia ehe essi eostituirono per la soeieta eristiana dei paesi nordiei, ma anche della Franeia, Spagna e perfino di aleune zone dell’Italia. Quando leggiamo nel „Chronieon Normannorum“ ehe i Normanni nella se eonda meta del IX seeolo portarono la distruzione in varie parti del mondo eristiano e ehe costoro erano „sanguinem humanum sitientes“, non dobbiamo interpretare l’a ermazione soltanto in senso metaforieo, ma, se ei ealiamo nella psicologia di ehi serivevea e di chi leggeva, anehe in senso letterale1 7 •
1 7 Chronicon d e gestis Normannorum i n Francia, ed. G.H. Perh, MGH, SS, I, Hannoverae, 37
Qui dobbiamo addentrarci in un campo piuttosto complesso1 quello dell1 antropofagia. Senza volerne esaminare le caratteristiche culturali o le radici ritu i1 dobbiamo ricordare ehe popoli della Scizia1 un1area ehe copriva le pianure della Russia ma anche parte dell1Europa orientale e settentrionale1 tale pratica era gia stata attribuita da Erodoto1 Strabone1 Plinio1 Marziano Capella e altri autori greco-latini1 mentre gli Slavi erano stati nel medioevo incolpati della stessa abominia da Rahewin1 Gunther (ma si trattava di una polemica nalizzata agli interessi tedeschi neU1Est europeo) e Rabano Mauro (si tratta solo di aleuni esempi). Lo stesso aveva fatto Ottone di Frisinga con gli Ungari1 e i motivi erano sempre quelli della caratterizzazione in senso negativo del nemico1 potenziale o reale. 1
I Finlandesi non ci risulta siano stati annoverati tra i cannibali dell Europa1 ma questa aeeusa comunque li s oro1 se non altro a livello onomastico. Nel XII secolo1 la datazione e ineerta1 un cronista scandinavo1 Hauk Erlendson1 aveva trattato della parte orientale della Fennoscandia1 dove aveva colloeato gli
„Horn nnen“ 1 un popolo di esseri semimostruosi forniti sulla onte di un corno1 „eheman anocarneumana“18• AnchesecondoAdamodaBremanellaperi ria del Settentrione1 un1area qui geogra camente identi cabile con quella a con ne della Finlandia cristiana1 vivono gli Antropofagi ehe „humanis vescuntur carnibus“ 1 i quali rappresentano l’estremo gradino della degradazione umana1 9 •
Siamo si unti in quell1area della eultura in eui si eolgono i ri essi del „sonno della ra one“1 la teratolo a. Tra i diversi elementi ehe eontribuiseono alla de nizione del mostro1 aleuni riguardano le abitudini alimentari. Una alimentazione ehe esea dai eanoni di quella comune alla soeieta ehe guarda all1altro da sei ha da sempre rappresentato un fattore di discriminazione. Quella di „mangiatori di Qualeosa“1 sia questo qualcosa earne umana o ferina1 o di animale da altri ritenuto non eommestibile1 e del resto una eterodenominazione comune alle eulture di tutte le latitudini. overemo eosi nella etnogeogra a antiea i popoli Cinamol ovvero mun tori di eagne1 gli lppemolgoi mungitori di ea le1 o aneora1 ma non sono ehe euni esempi1 gli Ittiofa ehe si nutrono di pesee. E1 ehiaro ehe qui la distinzione viene fatta in base a un dato riferito a una monoalimentazionel fatto di per ehe allontana dalla „civilta“ g tronomiea eome da quella nel senso pieno del termine. Come infatti abbiamo visto1 una dieta variata1 o per lo meno basata su aleuni ingredienti utto del lavoro e DOD della raeeolta pure e sempliee1 e segno di aeeulturazione. Contrario
1826, 534.
18 Citato da Lauroaela, J. , Kveen- nulaia-kysymys. In: Histori linen Arkisto 22, Helsin , 1911, 5.
19 Op. t., , 19.
38
e mvece indice di abitudini poco . In realta si deve arrivare a parlare di vera e propria alterita, dato ehe riferimento nelle fonti, per esempio, a popoll di mangiatori di sola carne, o di solo pesce, talora si accompagna alla caratterizzazione in senso teratologico, in accordo del resto con le tipologie divenute popolari da Sollno in poi nella nostra cultura, come in quella dei vicini Bizantini e Arabi.
I popoll del Settentrione erano per motivi ambientali costretti a ricorrere a una scelta forzatamente limitata di cibi. In particolare il Nord e sempre stato ritenuto, a ragione, essere ricco dei prodotti della pesca. Nasce percio gia in epoca antica la leggenda degli lttiofagi, le cui origini vanno rintracciate in Solino, ehe comunque li aveva collocati in A ica20• In conseguenza del trasferimento operato nei secoli seguenti di quanto sta nel Sud sconosciuto al Nord europeo e asiatico, ugualmente ignoto, gll lttiofagi verranno identi cati nei Lapponi e in altre popolazioni artiche. Secondo il diplomatico veneziano Marco Foscarino „Si dice ivi esser certa gente, ehe per la maggior parte vivono nell’acque, e solo si nutriscono di pesci crudi. Questi huomini sono coperti di scaglie come il pesce, et in luogo di parlare hanno uno strano sibilare“21• A giudizio del cronista, e beninteso di chi lo informo, la dieta monovalente in uisce addirittura sull’aspetto sico. Come chi mangiava esclusivamente carne cruda o semicruda diveniva simile a una belva, cosi chi si nutriva di pesce tendeva ad sumerne le connotazioni, forse, nel caso di Foscarino, quelle della foca o di altri mammiferi marini.
Ritornando ai nostri lttiofagi, essi furono notati anche in area culturale islamica, ehe conservava rapporti di commercio con il Nord siberiano, infatti secondo Ibn Fahdlan (X sec.) costoro, ehe vagano d’estate nudi, sono simili agli animali e si acc oppiano come tali: „si sfamano con i pesci ehe Dio misericordioso fa arenare sulle loro spiagge, dai quali tagliano pezzi cosi abbondanti da nutrire se stessi e la famiglia“22•
La diversita alimentare dei popoll dell’estremo Nord non era dunque in realta ehe un adeguamento alle risorse del paese (nel caso dell’informazione riportata dal viaggiatore arabo si trattava di balene arenate sulla riva del mare), pertanto e naturale, ma non lo era agll occhi dell’osservatore dei secoll passati, nutrirsi delle uova degll uccelli acquatici. Pomponio Mela aveva descritto gll „Oeonae“, abitanti in alcune isole della Scandinavia, „qui ovis avium palu-
2° C. Iulli Solini, Collectanea Rerum Memorabilium, ed. T. Mommsen, Berolini, 1958, 56,9. 21 Foscarino, M., Discorso della Moscovia. In: Historie& Russiae Monimenta, a cura di A. J . Turgenev, Petropoli, 1841-1842, I, 155. La Relazione risale al 1557.
22 Citato da Haavio, M., Bjarmien vallan kukoistus ja tuho, Porvoo-Helsinki, 1965, 83-84.
39
strium et avenis tantum alantur“23• La raccolta di cereali selvatici e quella di uova rappresentava dunque la principale caratteristica di questo popolo ehe comunque e elencato tra quelli appartenenti alla di ormit teratologica, dato ehe insieme ad essi troviamo gli Ippopodi dal piede equino e i Panoti dalle enormi orecchie.
Di aspetto decisamente ripugnante sono i „Birreni“ menzionati da Etico d’Istria (VIII sec.), collocabili in un area ehe potrebbe comprendere anche la Finlandia, i qu i si nutrono di carne cruda, essendo pochi i cerali coltivati. Ne deriva, conclude Etico, ehe sono crudelissimi2 . In conclusione, la Chiesa, di cui Etico e suo traduttore latino sono esponenti, ribatte concetto di diver sita di questi popoll ehe non appartengono al nostro mondo civile e cristiano (a proposito di Etico e necessario tener presente l’in uenza greco-orientale nel eampo della valutazione dei codici alimentari, fortemente orientata in difesa del valore, anche simbolico, della dieta cerealicola). Nel easo degli Ittiofagi questo atteggiamento potrebbe stupirci, conoseendo l’importanza ehe tale ali mento riveste nella cultura eristiana, ma e ovvio ehe la connotazione di „bar barie“ prev e su qualsiasi altra. Quall poi fossero i motivi di tale preconcetta ostilita non possiamo qui esaminare, ma e evidente ehe essi furono di ordine religioso, politico e, nel easo specifieo di Etico, anche eeonomico. In profondita pero, nella eultura eristiana, agi eoneetto di „cibo impuro“, una eredita piu della Chiesa d’Oriente ehe d’Occidente, eome ci viene confermato dal monaeo Nestore, esponente autorevole della letteratura kieviana, ehe, nel eapitolo dedi cato „popoli impuri“ della sua Cronaca, attribuisce agli abitanti dell’estremo nord della Russia l’abitudine di nutrirsi di cibi abominevoli, di animali „im puri“, di gatti, di serpenti e anche di cadaveri e feti25• Cio, indirettamente, eonferma quanto seritto da Etico d’Istria sui Cananei (ehe studiosi del seco lo seorso hanno voluto eolloeare in Finlandia), i quali „Spurcissimam vitam dueentes, immundarum quadrupediarum inlicita comedent , mures et talpas et reliqua“26 •
Come si e a visto, la diversita alimentare ehe earatterizza i Nordiei viene a eessare eome strumento di earatterizzazione polemica se popolo in que stione fa parte della „ecclesia“ cristiana. Ria ora eosi nell’uomo di Chiesa, eome esemplificato in Adamo da Brema, rispetto e l’ammirazione per chi si nutre con parsimonia. I Norvegesi dunque „Sunt etiam continentissimi om-
23 Pomponü Melae De Chorographia, ed. K. , Stuttgart, 1968, III, 6.
2-l Cosmographiam Aethi Istrici ab Hieronymo ex Graeco in Latinum Redactam, ed. H. Wuttke, Lipai , 1853, III, 38.
25 Chronique dite de Nestor, ed. L. Leger, Paris, 1884, LXXX, 196-197.
26 Op. t., 11, 28.
40
nium mortalium, tam in eibis quam in moribus pareitatem modestiamque sum mopere diligentes“27• Ria ora qui l’importanza ehe eristiano attribuisee al „regime“, a una moderazione eioe nel eonsumo di cibi ehe era stata fino ad
allora eonsiderata assente dalla societa seandinava.
Detto questo, ci resta aneora da rieordare ehe l’alimentazione e in generale uno dei fattori ehe, sempre a udizio dei nostri autori, inftuiseono sul eompor tamento umano. la seuola ippoeratie a stabillre quali fossero gll elementi ambientali ehe earatterizzavano l’indole dei vari popoll, nell’ambito dei quali agivano appunto i eomportamenti alimentari. Nel trattato „Sull’aria, aequa e luoghi“ non troviamo riferimenti esplleiti a un rapporto tra dieta e aggressivita e vi si a rma soltanto ehe gll Seiti si assomigllano gll uni agll altri poiehe in ogni stagione si nutrono degll stessi eibi e bevono aequa ottenuta seiogllendo la neve e il ghiaeeio28• proprio la seuola ippoeratie eon il trattato “ regime“ a stabillre in realta le norme di una eorretta alimentazione, alle qu i non si uniformavano quelle in uso presso i popoll dell’Europa nordorient e eonosciuta.
Sara pereio soltanto in epoea posteriore ehe si eomineera a eollegare tipo di alimentazione all’indole e naseeranno di eonseguenza le !eggende riferite a popoll antropofagi e, in generale, si sviluppera la earatterizzazione dei Nordici eome devianti dalle norme alimentari eomuni al mondo „civile“, ehe risente nel medioevo della eredita classiea. Nella letteratura e nella eronachistiea me dievale si eondividera in sostanza l’atteggiamento mentale espresso da Cesare nel „De bello gallieo“, la dove aveva seritto ehe tra tutti gll abitanti della Bri tannia i piu eivili erano quelli ehe vivev no nel Kent (area ehe gia risentiva degll infiussi romani arrivati tramite eommereio). Gll abitanti dell’interno, inveee, per la maggior parte “ umenta non serunt, sed lacte et earne vivunt pellibusque sunt vestiti“29•
In eonclusione, i Romani, eome gll uomini del medioevo eristiano, avevano dimentieato ehe i cibi ehe giudieavano essere indiee di „incivilta“, erano in realta gll stessi di eui si erano essi stessi nutriti all’alba della propria storia, e ehe aneora sostentavano larghe fasee delle popolazioni periferiehe o soei mente margin i dei loro regni. Chi si nutre di pregiudizi ha del resto la memoria eorta.
NOTA BIBLIOGRAF IC A
I riferimenti relativi alla Finlandia e suoi popoll eontenuti nelle fonti oeeiden tali tra epoea antiea e medievale sono esaminati in: De Anna, Luiei. Conoseenza
27 Gesta, cit., IV, 31.
28 Hippocrates with an Eng h Translation by W. H. S. Jones, The Loeb Classical Library, I, London-Cambridge, M ., 19574, XIX. 5
29 cesar, Guerre des Gaules, Tome II, ed. L.-A. Constans, Paris, 1954 , V, 14.
41
e immagine della Finlandia e del Settentrione nella cultura classico-mediev e, Ann es Universitatis Turkuensis, Ser. B, 180, Turku, 1988, 428. Nello stesso studio si prendono in esame anehe i temi relativi al pregiudizio di varia tipologia espresso nei con onti dei Nordici. Come integrazione v. anche, sempre di Luigi De Anna, L’imma ne della Finlandia nella cultura medievale, in: Quaderni medievali, 23, 1987. I passi di opere della latinita classica e altomedievale interessanti i popoll nnici sono stati pubbllcati da Aalto, P.-Pekkanen, T., Latin Sources on North-Eastern Eurasia, Wiesbaden, 1975-1980, voll. 2. Di Tuomo Pekkanen v. anehe i documentati studi dedicati ai vari problemi, an ehe testuali, riguardanti i popoll della Finlandia; per un primo approccio sono particolarmente utili: Vanhin rjallinen tieto Suomalaisista, in: Suomalais ugril sen Seuran Aikakauskirja, 78, 1983 e Suomi ja sen asukkaat latinan ja kreikankielisessä kirjallisuudessa 1000-luvulle ti, contenuto in: Suomen väestön esihistorialliset juuret, Bidrag till Rännedom av Finlands Natur och Folk, 131, 1984, ehe raccoglie anche altri interventi utili per un approfondimento della materia trattata nel nostro esame, v. in particolare di Kimmo Tolonen, Paleoekologian puheenvuoro, una introduzione allo studio dell’agricoltura su b e paleoecolo ca.
Un’opera molto utile per conoscere i aspetti della cultura materiale del medioevo scandinavo e il Kulturhistoriskt Lexicon för nordisk medeltid än vikingatid till reformationstid, Helsingfors, 1956-1978, 21 voll., ehe con tiene anche voci dedicate all’agricoltura e l‘ imentazione. Per un approc o alla storia cultur e dell’agricoltura nlandese rimandiamo a mari Talve, Suomen kansankulttuuri, Helsinki, 1979, in particolare vedi il cap. 111 (agri coltura) e V (alimentazione). Iettore non nlandese potra consultare, sem pre per un’informazione generale, Les anciens Finnois, di Aurellen Sauvageot, Paris, 1961, cap. II, dedicato alla cultura materiale, e The Finno-Ugric Peop les di Toivo Vuorela, The Hague, 1964. Pur datato, e sempre utile Sirellus, U. T., Suomen kansanomaista kulttuuria, Helsinki, 1919-1921, ehe tratta so prattutto delle tecniche venatorie e della pesca; per la storia dell’alimentazione v. le pp. 305-343. Anche i primi due volumi della recente storia della Finlandia pubbllcata sotto la direzione di Yrjö Blomstedt contengono riferimenti utili a inquadrare la ricerca n cam dell’alimentazione (Suomen historia, Espoo, 1985, voll. 1-11). Per un ra ronto con la situazione europea e d’obbligo riman dare a Georges Duby, e ai suoi studi nel campo della storia agraria, a cominciare dai due volumi de L’economie rurale et la vie des campagnes dans l’Occident mediev , 1 ed., Paris, 1962. icordiamo ancora Grand, R.-Delatouche R., L’agriculture au Moyen Age de la n de !’Empire romain au XVIe siede, Paris,
1940, e Cherubini, G., Agricoltura e societa rurale nel Medioevo, Firenze, 1972.
riferimento alla storia agraria della Finlandia sara utile consultare, per 42
quanto riguarda le zone settentrionali del paese, abitate anche da Lapponi, di Arvid Oukka, Piirteitä Peräpohjolassa viljeltävien viljelyskasvien histori asta, in: Tornionlaakson Vuosikirja, Kemi, 1966 e di Armas Luukko, Etälä Pohjanmaan keskiaikainen erätalous, in: Histori linen Aikakauskirja, 1947. La eondizione eontadina in Finlandia durante il medioevo e stata studiata da Jutikkala, E., Bonden i Finland genom tiderna, Helsing rs, 1963 (pp. 11- 109). Vari aspetti dell’eeonomia eontadina sono trattati da Bjorn Poulsen in: Possibilites et limitations du paysan danois dans le bas moyen Age, Medium Aevum Quotidianum, Newsletter 15, Quotidianum Septentrionale. Aspeets of Daily Life in Medieval Danmark, edited by G. Jaeobsen-J. C. V. Johansen, Krems, 1988. Notizie essenziali sull’alimentazione in epoea viehinga si trovano in Rudolf Pörtner, Die Wikinger-Saga, Wien und Düsseldorf, 1971 e in P. G. Foote-D. M. Wilson, The Viking Aehievement, London, 1970 (1 ed.). In Italia l’argomento e stato a rontato da aneeseo Barbarani, L’eta dei Viehinghi, Torino, 1987. Per restare in area eulturale italiana, ricorderemo aneora di Franeo Cardini, Tradizioni magiehe e „medicina popolare“. Note su aleuni trat tati tre-quattroeentesehi di agronomia, in: La rieerca folkloriea, 8, 1983, ehe ci riporta allo studio eulturale del mondo vegetale, tema approfonditamente trat tato a Spoleto nella primavera del 1989 in oeeasione della XXXVII settimana di studio dedieata all‘ ambiente vegetale nell’alto Medioevo; nel programma e annuneiata una comunieazione di Massimo Montanari su „Vegetazione e ali mentazione“.
La storia dell’alimentazione e aneor debitriee del lavoro di Gottsehalk, F., Histoire de l’alimentation et de la gastronomie, Paris, 1948 e della raeeolta eurata da J.-J. Hemardinquer, Pour une histoire de l‘ imentation, Paris, 1971; utile anche Ritehie, C. I. A., Food in Civilization, New York-Toronto, 1981.
Per gli aspetti eulturali legati all’alimentazione e al mondo agricolo e d’obbligo il riferimento a un’opera di inquadramento generale quale La civili sation de l’Oecident medieval di Jaeques Le Go , 1 ed., Paris, 1964, e soprat tutto agli studi di Massimo Montanari, una parte dei quali e stata rielaborata in: Alimentazione e eultura nel Medioevo, Roma-Bari, 1988. Per un appro fondimento metodologieo e opportuna Ia consultazione de Il cibo del riceo ed eibo del povero. Contributo alla storia qualitativa dell’alimentazione. L’area pedemontana negli ultimi seeoli del Medio Evo, Torino, 1981, di Anna Maria Nada Patrone. Anehe se limitato a un argomento piu specifieo, ugualmente opportuna e la eonsultazione del lavoro di Jean-Fran�ois Bergier, Une histoire de sel, Fribourg, 1982. Spunti interessanti si trovano nel eapitolo dedicato a eontadini e borghesi nel classieo Arno Borst, Lebensformen im Mittelalter, Frankfurt/M.-Berlin, 1973. Sempre a ascinante, anehe se i problemi presi in esame non si riferiseono all’epoea ehe ci interessa, e la lettura delle opere di
43
Piero Camporesi dedicate alla valutazione dei cibi secondo un’ottica letteraria, come pure interessante e quella di Armas, J ., Pulla, Leipää ja vüniä, Helsinki, 1964 per quanto riguarda la realta nlandese. Ancora su un piano dell’indirizzo metodologico si colloca, di Jacques Le Go , il saggio dedicato ai codici ali mentari contenuto in meraviglioso e il quotidiano nell’Occidente mediev e, Roma-Bari, 1983 (pubblicato originariamente come Quelques remarques sur les codes vestimentaire et imentaire dans „Erec et Enide“, in: Melanges Rene Louis, Argenteuil, 1982). lnformazioni piu dettagliate sul consumo di cibi e be vande si trovano nelle opere dedicate la vita quotidiana nei vari paesi. Aleuni spunti interessanti abbiamo trovato nel capitolo su „Nourritures et boissons“ de La vie quotidienne dans !’Empire carolingien, Paris, 1973, di Pierre Riche.
Sul tema del presupposto rapporto tra mitezza e alimentazione non ci sono studi speci ci, ci limiteremo percio a rimandare, sempre per l’argomento da noi trattato, a Silvio Zavatti, Esiste una geogra a della mitezza?, in: L’Universo, 4, 1966, le cui osservazioni sono state integrate e in parte corrette in: De Anna, L., I Lapponi nelle fonti europee. Un contributo alla de nizione di „geogra a della mitezza“, in: Polo, 3 e 4, 1978.
L’aspetto antropologico dell’ali entazione e stato invece ampiamente stu diato, per quanto riguarda il nostro tema abbiamo trovato spunti particolar mente interessanti in Gilberto Mazzoleni, pianeta culturale: per un’antro polo a storicamente fondata, Ro a, 1986. Un tema ehe abbiamo toccato, la sacralita del cibo, andrebbe ulteriormente approfondito, tenendo presenti anche le annotazioni espresse da Vittorio Lanternari in L“‚incivilimento dei barbari“. Problemi di etnocentrismo e d’identita, Bari, 1983 e il punto di partenza come enun ato da aneo Cardini, Testimone a Coblenza, Milano, 1987, pp. 71-74.
Per gli petti inerenti alla teratologia e alla deviazione dell’alimentazione verso l’antropofa a si veda Kappler, C., Monstres, demons et merveilles a la n di Moyen Age, Paris, 1980 e Harris, M., Cannibals and Kings. The Origins of Culture, New York, 1977, oltre al classico di Ewald Volhard, Kannibalismus, Stuttgart, 1949.
44
MEDIUM AEVUM QUOTIDIANUM 19
QUOTIDIANUM FENNICUM
DAILY LIFE IN MEDIEVAL FINLAND
EDITED BY
CHRISTIAN KRÖTZL A N D JAAKKO MASONEN
KREMS 1989
Gedruckt mit Unterstützung der Kulturabteilung des Amtes der Niederösterreichischen Landesregierung
Herausge r: Medium Aevum Quotidianum. Gesel chaft zur Erfors ung der materiellen Kultur d Mittelalters. Kornermarkt 13, A-3500 Krems, Österreich. – Für den Inh t verantwort ch zeichnen die Autoren, ohne deren ausdrüc che Zustimmung jeglicher Na dru , auch Auszügen, nicht gestattet t. -Druck: HTU-Wirtschaftsbetrieb Ges. m. b. H., Wiedner Hauptstraße 8-10, A-1050 Wien.
Jaakko Masonen:
Inhaltsverzeichnis
FinnlandimMittelalter. ZurEinführung . . . . . . . . . .. . . . . .. . . . . . . . . . . .. . … 5 Christian Krötzl:
Migrations- und Kommunikationsstrukturen im nnischen Mittelalter . . . . 13
Luigi de Anna:
nutrimento del pregiudizio. Codici alimentari riferiti
agli abitanti della Finlandia e del Settentrione nelle fonti occidentali 29
Jaakko Masonen:
Zum Krankheitsbegri im nnischenMittelalter . …………………… 45
Marko Nenonen:
Hexenglauben, Mensch und Gemeinschaft in Finnland.
SpätmittelalterundfrüheNeuzeit . . … . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
Jussi-Pekka Taavitsainen:
Finnish Limousines. Fundamental Questions
abouttheOrganizingProcessoftheEarlyChurchinFinland . . . . . . . . . . . . . 75
Helena Edgren:
The Dance of Death in Inkoo.
AMediev ChurchPaintingasaSourceofLocalHistory . ……………89 Verzeichnis der Mitarbeiter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101
Informationen a n die Mitglieder von „Medium Aevum Quotidianum“ . . . 1 0 3
Verzeichnis der Mitarbeiter
De Anna, Luigi. Dr.phil. Lektor.
Hat in Florenz studiert (Dott. in lettere), lebt seit 1973 in Finnland. Dissertation Institut für Kulturgeschichte der Universität Turku: Conoscenza e immagine della Finlandia e del Settentrione nella cultura classico-medievale (Annales Universitatis Turkuensis B 180) Turku 1988. Interessen&- und Forschungsgebiete: Bild Finnlands und der arktischen Völker in der westlichen Kultur, Beziehungen zwischen der Ostsee- und der Mittelmeerkultur im Mittel alter. L. de Anna ist Herausge r der Zeitschrift „Settentrione“ (Turku). Publikationen: L’immagine della Finlandia nella cultura medievale. In: Quaderni medievali 23 (1987), 55- 71. Adresse: Dipartimento di Studi Italiani, Universita di Turku, Hen atu 2, SF-20500 Turku 50.
Edgren, Helena. Lic. phil. Kurator.
Studierte in Helsinki Archäologie, Kunstgeschichte und Ethnologie sowie in Kopenhagen Kunst und Ikonographie des Mittelalters. Hat in der Staatlichen Museumsverwaltung Leiterin des Archäologischen Dienstes sowie Forscherin bei Kirchenrenovationen gearbei tet, z. Z. angestellt Forscherin des ikonographischen Archives mit Schwerpunkt Kunst des Mittelalters. H. Edgren ist Redaktionsmitglied von ICO (Nordic Review of Iconography). Publikationen: De skrivande djävlorna i Finlands medeltida kyrkor (Die schreibenden Teufel in den mittelalterlichen Kirchen Finnlands). In: Finskt Museum 86 (1979); Hästhandel i Finlands medeltida lcyr or (Pferdehandel in den mittelalterlichen Kirchen Finnlands). In: Finskt Museum 92 (1985); Domini anmunken i St. Marie yr a (Der Dominikanermönch in der Marien-Kirche). In: Mon tisk onst i Norden. Sto holm 1988; Kapeil eller icke apell – det är agan. In: Finskt Museum 94 (1987). Adresse: Museovir to, Nervanderin tu 13, SF-00100 Helsinki 10.
Krötzl, Christian. Lic. phil.
Forschungs ssi tent der Akademie von Finnland. Geb. 1956. Hat in Zürich Geschichte und Romanistik studiert. Arbeitet an einer Dissertation zum mittelalterlichen Pilgerwesen der S andinavier. Publikationen: Om nord rn vallfärder till Santiago de Compostela. In: Historis Tidskri!t för Finland 72 (1987) 189-200; Parent-Child-Relations in Medieval Scan dinavia according to Mirade Collections. In: Scandinavian Journal of History 14 (1989) 21-37. Adresse: Historisches Institut der Universität Tampere, PL 607, SF-33520 Tampere 52.
Masonen, Jaakko. Dr.phil.
Forscher am Finnischen Straßenmuseum. Geb. 1957. Beschäftigt sich mit der archäologischen und historischen Untersuchung der alten Verkehrswege Finnlands sowie mit Medizin und Sozialwesen im nnischen Mittelalter. Hat in Tampere und Helsinki studiert, Dissertation: Hämeen här ätie. Synty ja varhaisvaiheet (Tiemuseon julkaisuja 4) Helsinn 1989 (with English summary: The Häme Oxen Road om the end of the iron age to early medieval times). Publikationen: Ancient land communications resear in Finland. In: Fennoscandia Archaeologica V (1988). Adresse: Pellervonkatu 2 C 44, SF-33540 mpere 54.
101
Nenonen, Marko. Lic. phil.
Geb. 1956. Hat in Tampere studiert und arbeitet an einer Dissertation über Zauberei, Hexe rei und Hexenprozesse in Finnland. Pub ationen: Noidat ja noitavainot Hämeessa ja Sata unnasa (Hexen und Hexenverfolgungen in Häme und Ober-Sat unta). In: Tampere: tut imu sia ja uvau sia IX. Tampere 1988; Paholais ultista on titeoriaan uinka selittää noitavainot (Vom Satanskult zur Kon iktthone oder die Er lärung der Hexenver folgungen). In: Y silö ja yhteis unnan muutos (Acta Universitatis Tamperensis, Ser. A vol. 202) Tampere 1986. Adresse: Pispalan valtatie 85 B, SF-33270 Tampere 27.
Taavitsainen, Jussi-Pekka. Lic. phil.
Geb. 1951. Arbeitet Forscher an der prähistorischen Abteilung der Staatlichen Museums verwaltung. Pub ationen: Kes ajan angas aup ta rjallisten ja esineellisten lähteiden valossa (On the Medieval Cloth ade to Finland in the Light of Written Sources and Earth Finds). In: Suomen Museo 89 (1982) 23-43; Wide-Range Hunting and Swidden Cultivation Prerequisites of Iron Age Colonization in Finland. In: Suomen Antropologi 12 (1987) 213-233. Adresse: Tehtaankatu 22 G 52, SF-OOHO Helsin i 14.
102
MITTEILUNGEN AN DIE MITGLIEDER VON „MEDIUM AEVUM QUOTIDIANUM“
Das vorliegende Heft von Medium Aevum Quotidianum widmet sich der Aus einandersetzung mit Alltag und materieller Kultur des Mittelalters in der n nischen Forschung. Es setzt damit die in Heft 15 begonnene „Länderserie“ fort. Unser Dank gilt den beiden Herausgebern des Heftes, Christian Krötzl und Jaakko Masonen, sowie den Autoren der Beiträge. Die angesprochene „Länderserie“ soll in zwangloser Folge fortgesetzt werden. Diesbezügliche vor bereitende Kontakte wurden vor allem mit ungarischen, schwedischen und ju goslawischen Kollegen geknüpft.
Neben den bereits in Medium Aevum Quotidianum 18 angekündigten, für 1990 geplanten Heften wird im Februar/März 1990 Medium Aevum Quotidianum. E änzungJband 1 erscheinen. Dieser Band leitet eine Reihe ein, die in un regelmäßigen Abständen umfangreichere Abhandlungen zu Alltag und mate rieller Kultur des Mittelalters aufnehmen soll. Wir freuen uns, die Leistun gen der Gesellschaft für ihre Mitglieder damit neuerlich erweitern zu können. Der genannte ErgänzungJband 1 wird sich mit der „Bedeutung von Schlaf und Traum im Mittelalter“ auseinandersetzen. Dabei handelt es sich um eine überarbeitete und erweiterte Dissertation von Maria E. Wittmer-Butsch (Zürich), die bei Ludwig Schmugge am Historischen Seminar der Universität Zürich verfaßt wurde und in ihrer Methode in starkem Maße von alltagsge schichtlichen Ansätzen ausgeht.
Gerhard Jaritz, Herausgeber
103